…quando lo scontrino vale oro…
E’ ormai ufficiale, dal 1 gennaio 2020 andrà in vigore la caccia allo scontrino fiscale che potrà trasformarsi in vera fortuna. L’Agenzia delle Entrate, infatti, per evitare l’evasione fiscale offre ai consumatori l’opportunità di vincere premi con lo scontrino che sarà “da pretendere” perché anche se il “gioco causa dipendenza patologica” (come viene citato alla fine degli spot pubblicitari sulle scommesse) a tutti piace ed alletta l’idea di vincere qualcosa… altrimenti come spiegare i 238 milioni di euro che in Italia si spendono annualmente nei soli grattini? Fino a qui tutto nella norma sembrerebbe ma poi al momento delle regole da seguire qualcuno storce il muso e si pone una domanda: “lo Stato vuole regalare agli italiani dei premi, qualcosa non torna” oppure dire semplicemente “chissà dove è la fregatura”. Domande legittime e fondate quando si analizzano le condizioni di gioco. Infatti per tentare la fortuna e poter vincere “grattando lo scontrino” sono necessarie due cose: esprimere al venditore l’intenzione di voler “giocare” ed esibire il proprio documento di Identità insieme al Codice Fiscale che verrà registrato. Questa duplice manovra va ripetuta ogni volta, si ogni volta che si richiede lo scontrino “magico”. In giro sono più i dubbiosi che i contenti. Qualche anziano ammette di avere il vizio del grattino “ma questa idea – dice – è fatta per controllare anche dove spendiamo quel poco che abbiamo per poi sentirci dire che spendiamo più di quanto riceviamo e cominciano i guai”. Insomma l’Agenzia dell’Entrate ha pensato di prendere gli italiani per “la gola” o meglio per la mano senza calcolare, come dice un pensionato che si concede una partita a carte, “che la gente non si fida dell’Agenzia delle Entrate poiché è una Agenzia della morte. Non vedete quante persone ha rovinato e ucciso per i soldi… noi non siamo fessi, poveri sì ma non fessi”. Queste parole negative e di disprezzo possono sembrare esagerare e inesorabilmente portano alla riflessione le menti più giovani. Ci si rende subito conto di quanto un fatto o una notizia come questa dello “scontrino fortunato” possa trasformarsi in sfogo, rabbia e delusione. Noi, telecronisti del quotidiano, siamo in attesa del chi avrà ragione. Chi vivrà, vedrà!