A Caspoli, frazione di Mignano Monte Lungo (Ce), uno dei Musei di guerra più interessanti d’Italia
Secondo l’ICOM, l’International Council Of Museums, i musei sono «un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente […e le…] le espone per scopi di studio, educazione e diletto.», una perfetta definizione tecnica cui l’Italia ha aderito integralmente, nel dicembre 2014, aggiungendo, però, la fondamentale precisazione di una necessaria azione di promozione e conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica. Un’indicazione che purtroppo non sempre viene pienamente rispettata se, nonostante i quasi 5000 musei censiti nel Bel Paese, tra poli nazionali e strutture di iniziativa e competenza comunale, provinciale, regionale, religiosa, associativa o privata, molti di questi luoghi della memoria sono poco pubblicizzati dal mainstream marketing interno. Anche in Campania, regione tra le più ricche di beni culturali nel panorama nazionale, esistono diverse realtà interessanti che sono frequentate più da turisti stranieri che non dai nostri italianissimi concittadini. È questo il caso di uno dei più interessanti musei di guerra d’Italia, il Museo Historicus di Caspoli, una verdissima frazione di Mignano Monte Lungo, uno dei luoghi più ameni di quella parte della provincia di Caserta che va ad abbracciare il basso Lazio e la storicamente famosa area del cassinate.
In questa struttura, circondata da spettacolari odori e rumori della natura, Angelo Andreoli e la moglie Maria Cristina Verdone, ideatori dell’Associazione e del relativo museo sorto nel 2006, mostrano al pubblico, che proviene soprattutto da Usa, Gran Bretagna, Canada e altri Paesi esteri i cui giovani figli diedero la vita durante i combattimenti della Seconda guerra mondiale, la storia, le testimonianze e gli oggetti personali di tutti quegli uomini che nell’area di Mignano si resero protagonisti di una lunga e difficile pagina della Storia d’Italia, ovvero la guerra nell’alto casertano prima dello sfondamento della Linea Gustav e l’avanzata definitiva degli Alleati verso Roma. I due attivissimi coniugi, che tra l’altro scandagliano di continuo l’area montana alla ricerca di reperti bellici, o guidano su quei particolari luoghi reduci e discendenti, come pure giornalisti e storici, raccontano attraverso divise, armi, munizioni, dotazioni militari e foto d’epoca un pezzo fondamentale della storia nazionale e internazionale, ancor più importante se consideriamo che proprio a Mignano Monte Lungo, dopo la disastrosa resa incondizionata dell’8 settembre ’43, si riorganizzò il nuovo nucleo dell’Esercito Italiano, cobelligerante con gli americani, i cui primi uomini offrirono il proprio sangue alla Patria l’8 dicembre dello stesso anno ridando onore a tutti i diffamati e colpevolizzati italiani (Battaglia di Monte Lungo). Il Museo Historicus, che vi racconterò a settembre con un corposo video servizio, non si limita però a ricordarci il solo tremendo periodo della WW2, ma accoglie il visitatore anche con una sala sul brigantaggio post unitario, su quel fenomeno che ancora oggi è profondamente discusso tra storici, istituzioni e cittadini del Sud nel tentativo, finora mai riuscito, di provare a comprendere realmente le radici del fenomeno e, di conseguenza, la vera storia del nostro Risorgimento e di quell’Unità ancora contestata ad oltre 150 anni dalla nascita del Paese.
Vi invito a visitare il Museo Historicus anche perché, come avviene in tanti altri casi, non è richiesto alcun ticket d’ingresso. Ciò che vi chiede la nostra storia, e ovviamente Angelo Andreoli e Maria Cristina Verdone, è semplicemente di non spegnere la fiamma della memoria. Quella si che sarebbe una tragedia. È ampiamente dimostrato, dalla cronologia degli avvenimenti di tutti i paesi del mondo, che quando la memoria viene cancellata ritorna automaticamente il male. Gli anticorpi al male siamo noi con i ricordi, sono i musei, sono le associazioni, sono le buone amministrazioni, sono gli uomini onesti delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, sono i giornalisti, gli scrittori e gli storici che raccontano con saggezza ciò che significa realmente “guerra e dittatura”. Venite a Caspoli, tra la natura, venite a ricordare chi eravamo e come ci salvammo dal periodo più triste del nostro passato.