Lorenzo Peluso presenta “I giardini di Bagh-e Babur”
Il 5 luglio all’Ordine dei Giornalisti della Campania (vico Santa Maria a Cappella Vecchia 8 – Napoli) alle ore 10,30, si terrà la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Lorenzo Peluso, “I giardini di Bagh-e Babur”, una lucida cronaca dei viaggi intrapresi dal giornalista salernitano per alcune delle più pericolose zone calde del XXI secolo, attraversando l’Afghanistan, Kurdistan e Iraq. L’autore dà vita ad un ricco mosaico di descrizioni e argomentazioni, sempre filtrato dal serio e disincantato sguardo del reporter navigato, continuamente coinvolto nell’atto di deradicalizzare la distanza tra le distaccate ed aleatorie percezioni del lettore, e il vero volto del Medio Oriente. In quest’ultima bellezza e desolazione si confondono in un abbraccio le cui vibrazioni si perdono nelle asciutte ma sentite descrizioni di bellissimi giardini e città fantasma, del goliardico Karim di Kabul e delle coraggiose combattenti contro lo Stato Islamico, Il filo rosso che unisce tutta l’esperienza narrativa è quello di un fiero senso di appartenenza che guida il corrispondente estero tra le fila di giovani soldati italiani, consapevoli di essere anch’essi uno dei tanti volti dell’Afghanistan. A partecipare alla presentazione, oltre all’autore Lorenzo Peluso, ci saranno Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Carmine Pinto, docente di Storia Moderna dell’Università di Salerno e il Colonnello Vincenzo Lauro, Capo di Stato Maggiore N.A.T.O.
IL LIBRO
E’ in tutte le librerie d’Italia il nuovo libro del giornalista embedded Lorenzo Peluso. I giardini di Bagh-e Babur. “Dalla sabbia dell’Iraq alle montagne dell’Afghanistan, sulla via per l’Oxiana, le sfumature degli stessi colori” Graus editore. Un libro di esperienze personali di viaggi tra la Turchia, l’Iraq e l’Afghanistan condotti negli ultimi due anni dal giornalista inviato, Lorenzo Peluso. Testo e fotografie per raccontare emozioni, volti, luoghi e storie, raccolte e vissute sul campo. Il testo si presenta come una lucida cronaca dei viaggi intrapresi dal giornalista salernitano, Lorenzo Peluso, per alcune delle più pericolose zone calde del XXI° secolo, attraversando: Afghanistan, Kurdistan e Iraq. L’autore da vita ad un ricco mosaico di descrizioni e argomentazioni, sempre filtrato dal serio e disincantato sguardo del reporter navigato, continuamente coinvolto nell’atto di deradicalizzare la distanza tra le distaccate ed aleatorie percezioni del lettore, e il vero volto del Medio Oriente. In quest’ultimo bellezza e desolazione si confondono in un abbraccio le cui vibrazioni si perdono nelle asciutte ma sentite descrizioni di bellissimi giardini e città fantasma, del goliardico Karim di Kabul e delle coraggiose combattenti contro lo stato islamico. Il filo rosso che unisce tutta l’esperienza narrativa è quello di un fiero senso di appartenenza, che guida il corrispondente estero tra le fila di giovani soldati italiani, consapevoli di essere anche loro uno dei volti dell’Afghanistan. Pregevole la prefazione del professore di storia contemporanea all’Università di Salerno, Carmine Pinto. “Nell’Asia di Lorenzo Peluso agiscono gli autocrati del XXI secolo, i gruppi politici che dalla Turchia all’Iran hanno reagito all’ondata di liberalismo che sembrava trionfante negli anni Novanta. Sono sullo sfondo, ma presenti nella sfida alla democrazia liberale, disponibili a sostenere anche le dittature più sanguinose e feroci (o a fare terra bruciata di ospiti indesiderati, come i curdi della Turchia). E non avviene non a solo in Oriente, come si è visto con il loro schieramento a difesa del cupo e perverso regime di Maduro In Venezuela. Un elemento di questo libro che offre il primo autentico sguardo di Peluso al mondo di oggi, ci mostra quanto la democrazia, pur con i suoi difetti e i suoi problemi, resta lo spazio politico dei diritti umani e civili del secolo” scrive il prof. Pinto. Il testo si pregia anche dell’introduzione del noto giornalista, Ettore Guastalla, Senior Defence Correspondent Rainews 24. “A Baghdad e Bassora Daesh torna a farsi sentire, con rapimenti, esecuzioni, attentati, puntando sulla esasperazione della gente che con 50 gradi di calore non ha energia elettrica e acqua corrente e vive letteralmente adagiata su un mare di prezioso petrolio. Il libro di Lorenzo Peluso mi ha stimolato a rileggere criticamente certe mie esperienze di questi oltre dieci anni in cui ho girato il mondo, spesso a seguito dei nostri militari, come giornalista embedded. Ma una cosa l’ho ben fissata nella mia mente e leggendo I giardini di Bagh-e-Babur ho capito che l’ha compresa anche Lorenzo. Per capire una guerra, un paese, un popolo bisogna metterci testa e cuore” scrive Guastalla. Una serie di fotografie bellissime nei colori e nei dettagli accompagnano un testo che rappresenta la strettissima attualità dell’oggi, del dopo Isis in medio Oriente e del futuro troppo incerto in Afghanistan. In attesa dell’uscita ufficiale nelle librerie intanto il libro è già prenotabile su Feltrinelli.it e su Amazon. Molto significati poi il ricordo che Peluso fa di Lorenzo Orsetti, il giovane cuoco fiorentino che ad un certo punto della sua vita ha deciso che così non poteva più andar bene. Un ragazzo che viveva d’ideali veri. Un italiano che con l’umiltà di chi conosce e teme la guerra, di colui che ne ha paura, certo, non si tira però indietro. Orsetti è morto a metà marzo del 2019. Lorenzo Orsetti aveva solo 33 anni, è stato ucciso dai jihadisti dello Stato islamico a Baghuz, in Siria, due settimane prima della sconfitta definitiva del Califfato. Un libro da custodire e leggere con attenzione.