Il caso Sea Watch divide, ancora una volta, l’Italia
È stata annullata l’ordinanza di convalida dell’arresto di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3, nel procedimento relativo alle ipotesi di reato di resistenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate. Carola al suo arrivo davanti al tribunale ha trovato striscioni di solidarietà nei suoi confronti e ha nuovamente ribadito che non era sua intenzione speronare l’imbarcazione della Guardia di Finanza. Il gip è andato oltre la richiesta del pm, escludendo quasi tutti i reati a suo carico, ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una scriminante legata all’avere agito all’adempimento di un dovere, quello di salvare vite umane. Delusione da parte di Matteo Salvini che ha commentato così: “Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perchè pericolosa per la sicurezza nazionale. Tornerà nella sua Germania dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi. L’Italia ha rialzato la testa: siamo orgogliosi di difendere il nostro Paese e di essere diversi da altri leaderini europei che pensano di poterci trattare ancora come una loro colonia. La pacchia è finita”. La Rackete dovrà comunque presentarsi il 9 Luglio ad Agrigento per l’interrogatorio davanti al pm per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’Italia si è divisa tra favorevoli e contrari, con commenti autorevoli come quello di Gino Strada: “La soluzione è fare piazza pulita di questo coacervo di fascisti e coglioni. Da 25 anni Emergency mette in pratica un’idea molto semplice: cura chiunque ne abbia bisogno, nulla di eroico, è il nostro dovere, la nostra resistenza. Mettere in pratica, ogni giorno, in tutti i nostri progetti, i diritti umani. È questo il nostro contributo, che ci ha portato a curare oltre 10 milioni di persone. E sarà anche una goccia nell’oceano, però è una bella goccia”. Contraria è Giorgia Meloni: “Cos’altro deve subire l’Italia. Il tutto con la complicità di parlamentari italiani vergognosamente schierati con chi viola le leggi dello Stato. L’unica soluzione vera all’arroganza delle Ong e agli sbarchi fantasma è un blocco navale al largo della Libia per impedire ai barconi di partire. E intanto smantelliamo la Sea Watch, per far capire a olandesi, tedeschi e al mondo intero che l’Italia non si fa prendere in giro”.