Sfera con sfera
Il 26 giugno 1996 il Presidente Oscar Luigi Scalfaro ha conferito al celebre scultore Arnaldo Pomodoro il cavalierato di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, mentre il 17 maggio 2005 il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi si è compiaciuto di concedergli la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte. Il romagnolo Arnaldo Pomodoro è un artista contemporaneo che riscuote successo dai recensori di critica d’arte del nostro Paese e da quelli d’oltreoceano. Da abile orafo, all’inizio della sua carriera, utilizza alcuni metalli nobili per le sue creazioni, e per successive esperienze artistiche adopera cemento idraulico, metalli e legna. Memore degli antichi codici di scrittura e attratto dall’arte del pittore elvetico Ernst Paul Klee, autorevole rappresentante dell’astrattismo, realizza tavole murali con lavori d’incavo a caratteri figurativi. Fu interessato anche all’estro artistico dello scultore Constantin Brâncuși, nativo di Peștișani, e all’espressionismo astratto del pittore statunitense Paul Jackson Pollock. Nel 1961 fu istituto il “Gruppo Continuità” da Maestri d’Arte del calibro del romano Piero Dorazio e dell’austriaco Gastone Novelli, che esposero le loro opere nella Capitale, nel capoluogo meneghino e a Torino: anche il Nostro ne prese parte, aderendo al principio di “estetica del continuo” senza confini e all’idea di una produzione artistica priva di frontiere. La sua notorietà è legata principalmente a particolari sculture geometriche: imponenti globi bronzei privi di asperità e polite figure sferiche si schiudono e mostrano congegni e dispositivi in un delicato connubio tra staticità esterna e cinematica interna con evidenti reminiscenze del neoconcretismo. L’insieme di sculture bronzee è disseminato in molte località del Pianeta e il complesso va sotto il nome di “Sfera con sfera”: il figurativo moderno quale rappresentazione realistica del fattuale viene superato dalla spazialità fisica dell’arte informale dove materiali e forme rendono l’opera essenza reale a sé stante. Pomodoro è mosso dalla voglia di interpretare il carattere soggettivo della realtà attraverso lo spazio affine della geometria euclidea: l’estensione delle figure geometriche nello spazio ordinario sono ousia interiore dal valore iconologico, all’imponenza esterna fanno da contraltare sistemi e meccanismi mostrati da quelle crepe che lui stesso definisce “parti erose”, come “potenziale distruttivo che emerge dal nostro tempo di disillusione”. Le fusioni in bronzo sono innovative e rivoluzionarie: l’estro e le virtù creative della sua arte si aprono al principio vitale nascosto, all’incognito di ciò che non è manifesto se non attraverso lacerazioni e strappi di quello che appare perfetto. L’introspezione sensoriale, attraverso i chiaroscuri interiori della meccanica artistica delle sfere, rivela le antinomie spirituali e i contrasti della natura della condizione umana, e di conseguenza chi osserva l’opera viene colpito profondamente nel subconscio. Anche la dislocazione dei capolavori globiformi assume un valore allegorico e traslato.