La nuova paura del XXI secolo: la Nomofobia
Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di nascere tra la fine del XX secolo e l’inizio degli anni 2000 hanno potuto giovare del progresso tecnologico con l’uso di importanti strumentazioni; tra queste vi sono elettrodomestici di diverso genere, il computer, Internet. Ciò che però risulta indispensabile per tutti noi, divenendo effettivamente il nostro compagno di vita, è: il Cellulare, noto negli ultimi tempi con l’appellativo di “Smartphone”. Grazie a quest’ultimo vi sono stati una serie di vantaggi indiscutibili come la riduzione di distanze affettive, economiche ed informative dato che sono sempre maggiori le app che ci consentono di restare aggiornati e soddisfare qualunque nostra esigenza. Il suo utilizzo ha indubbiamente una lunga serie di aspetti positivi, ma non mancano quelli negativi. Questo è così importante da far perdere il giusto equilibrio nel suo utilizzo, indifferentemente se ad usarlo si tratti della vecchia o della nuova generazione. Oggi, chiunque possiede un account sui vari social, che stanno spopolando nella società, perde gran parte del suo tempo reale per organizzare un’altra vita: quella virtuale ed ideale. Oggi tutti posseggono un account Facebook o Instagram; basti pensare a volti noti dello spettacolo oppure agli esponenti del mondo politico. Proprio per questo che negli ultimi anni si sente sempre più parlare di “Nomofobia” che è la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile. Forse anche tu che stai leggendo questo articolo ti senti affetto da questa fobia. Niente paura, non sei il solo. Non a caso Motorola ha condotto, online dal 30 Novembre al 26 Dicembre 2017 su 4,418 utenti di smartphone di età compresa tra i 16 e 65 anni degli Stati Uniti, Brasile, Francia e India, uno studio noto come “Motorola Phone-Life Balance”. Con l’aiuto della Dr.ssa Nancy Etcoff, esperta nella comportamentistica mente e cervello, hanno esaminato quanto abbia un ruolo rilevante nella nostra vita lo smartphone e soprattutto quanto ne siamo dipendenti. Infatti secondo questa analisi i cellulari sono divenuti un’estensione dell’essere umano ed è per questo che Motorola, essendo il primo creatore di un dispositivo mobile, vuole capire che impatto hanno questi strumenti sulla vita di ognuno di noi. Lo studio dimostra come le persone diano priorità al telefono rispetto alla propria famiglia. I fattori che incidono sono diversi e vale la pena analizzarli:
– Importanza del device: un terzo (33%) degli intervistati considera più importante il proprio telefono rispetto al relazionarsi con le persone care con cui trascorrere il tempo.
– Fattori Generazionali: Le problematiche legate agli smartphone sono molto più avvertite dai giovani (53%) tra i 6 e i 23 anni che lo considera come il migliore amico.
– Richiesta d’aiuto: Il 61% dei partecipanti allo studio concorda sul desiderio di ottenere ottime prestazioni dal proprio device, quando lo utilizza, e il massimo della soddisfazione della vita personale, quando non lo utilizza.
– Desiderio di separazione tra vita e smartphone: La maggioranza degli intervistati (60%) afferma che questo aspetto è importante.
Tutti questi dati e risultati dimostrano come, ormai, i cellulari abbiano preso il sopravvento sulla vita di ciascuno di noi portandoci molto spesso ad un controllo compulsivo del nostro dispositivo mobile o ad impiegare molte ore divenendo interdipendenti emotivamente. L’obiettivo di questo articolo non è quello di esorcizzare questa strumentazione, dal momento che come abbiamo ribadito più volte ci sono utili per diversi motivi ed esigenze. Il punto centrale non è quello di non utilizzarlo per risolvere questa nostra dipendenza, ma quella di avere un giusto equilibrio tra vita reale e quella virtuale senza togliere molto tempo alla prima in modo da non cadere nel vortice della Nomofobia. Solo così possiamo renderci conto che è la vita reale quella che è degna di essere vissuta.