Nuove meraviglie dagli scavi di Pompei: il tesoro “antisfiga”
E’ stato presentato al pubblico il tesoretto completamente restaurato ritrovato nel corso degli scavi della Regio V di Pompei, ritrovato in uno degli ambienti della casa del Giardino.
Si tratta di un nutrito gruppo di amuleti, gemme ed elementi decorativi in faïence, bronzo, osso e ambra, monili e piccoli oggetti legati al mondo femminile, utilizzati per ornamento personale o per proteggersi dalla cattiva sorte.
Tutti i piccoli oggetti erano custoditi in una cassa in legno, la cui traccia è stata individuata impressa nei lapilli e nella cenere. Ben conservate risultavano invece, oltre gli amuleti, le cerniere bronzee che la chiedevano.
Gli oggetti sono stati da poco restaurati dal Laboratorio di Restauro del Parco Archeologico di Pompei. Si tratta di numerosi oggetti preziosi, tra cui due specchi, diversi vaghi di collana, elementi decorativi in faïence, bronzo, osso e ambra, un unguentario vitreo, amuleti fallici, due frammenti di una spiga di circa 8 cm e una figura umana, entrambi in ambra, probabilmente dal valore apotropaico, e varie gemme (tra le quali una ametista con figura femminile e una corniola con figura di artigiano).
Così dichiara il Direttore Generale Massimo Osanna a proposito del rinvenimento: “Si tratta di oggetti della vita quotidiana del mondo femminile e sono straordinari perché raccontano microstorie, biografie degli abitanti della città che tentarono di sfuggire all’eruzione. Nella stessa casa, abbiamo scoperto una stanza con dieci vittime, tra cui donne e bambini, di cui stiamo cercando di stabilire le relazioni di parentela e ricomporre la biografia del gruppo familiare, attraverso le analisi sul DNA. E chissà che la cassetta di preziosi non appartenesse a una di queste vittime. Particolarmente interessante è l’iconografia ricorrente degli oggetti e amuleti, che invocano la fortuna, la fertilità e la protezione contro la mala sorte. E dunque i numerosi pendenti a forma di piccoli falli, o la spiga, il pugno chiuso, il teschio, la figura di Arpocrate, gli scarabei. Simboli e iconografie che sono ora in corso di studio per comprenderne significato e funzione”