Ritratto di Innocenzo X
Giovanni Battista Pamphilj, appartenente all’omonimo Casato principesco umbro, nacque a Roma il 6 maggio 1574: il 15 settembre 1644 fu eletto al Soglio Pontificio con il nome di Innocenzo X quale successore di Sua Santità Urbano VIII. Amò la cultura e le belle arti: fu generoso protettore di poeti e prodigo mecenate di artisti come lo scultore partenopeo Gian Lorenzo Bernini e l’architetto elvetico Francesco Borromini. Il Santo Padre ebbe modo di incontrare il sivigliano Diego Velázquez, uno dei massimi esponenti della pittura ritrattistica barocca e uno dei Maestri d’Arte più rinomati alla Reggia di “El rey Planeta” del Regno di Spagna, Re Filippo IV d’Asburgo. Verso gli anni ‘30, e successivamente intorno alla metà del XVII secolo, soggiornò nel “bel paese” visitandolo allo scopo di assimilare maggiormente i virtuosismi e i raffinati metodi dell’arte pittorica italiana. La Principessa di San Martino al Cimino e di Alviano, Donna Olimpia Maidalchini, consorte del nobile Pamphilio Pamphilj e cognata del Pontefice, incaricò il pittore spagnolo di realizzare il dipinto del congiunto a futura memoria del Giubileo della Chiesa cattolica del 1650. Dallo studio dell’abito corale del Papa si può desumere che il ritratto è stato effettuato nella “buona stagione”: il Vicario di Cristo, indossa una mozzetta di seta color cremisi con una goletta chiara, il camauro in leggero velluto vermiglio e l’abito talare in seta bianca marezzata. Il Papa è seduto sul seggio gestatorio, la cui spalliera porpora è incorniciata da guarniture dorate e abbellita da rifiniture similoro in legno intagliato. Le nuance di carminio, le sfumature rosso cinabro e le gradazioni amaranto si fondono in accordi cromatici euritmici ed equilibrati. Il quarto dito della mano destra mostra l’Anulus piscatoris, l’anello del pescatore, mentre la sinistra regge una lettera su cui è scritto “Alla Santà di N.ro Sign.re / Innocentiox / per Diego de Silva / Velàzsquez de la Camera di S. M.tà Catt.ca”. L’artista ritrae mirabilmente il piglio del Vescovo di Roma: attraverso l’espressione laconica e schiva del volto, il pittore spagnolo effettua un’analisi introspettiva e ci mostra lo stato d’animo misurato e silenzioso dell’alto prelato. Con grande intensità, lo stile icastico e comunicativo del viso mette in risalto emozioni eloquenti e sentimenti intensi. Chiare le influenze estetiche del pittore pievano Tiziano Vecellio, uno degli artisti più importanti della scuola veneta e della pittura tonale: il tratto celere, la pennellata pastosa, e il tocco rapido. L’olio su tela velázqueziano è conservato in una sala della Galleria Doria Pamphilj dell’omonimo Palazzo dell’Urbe.