Studio: «Farmaci per gli occhi potrebbero passare nel latte materno»
Un recente studio rileva che alcuni farmaci usati per trattare le malattie degli occhi potrebbero essere escreti nel latte materno.
Alcuni farmaci usati per trattare le malattie della retina potrebbero essere escreti nel latte materno, sollevando possibili problemi di sicurezza per lo sviluppo dei neonati. È quanto evidenzia un recente studio condotto dal St. Michael’s Hospital di Toronto e pubblicato sulla rivista scientifica Ophthalmology. Nello specifico, i ricercatori suggeriscono la possibile presenza dei medicinali ranibizumab e aflibercept nel latte materno delle madri che allattano, con conseguenti potenziali rischi per lo sviluppo del bambino. Come è noto, ranibizumab e aflibercept sono farmaci usati per trattare diverse malattie della retina. Contengono un agente chiamato fattore di crescita endoteliale antivascolare (anti-VEGF), che blocca la produzione dell’occhio di fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF). Il VEGF è una proteina che stimola lo sviluppo dei vasi sanguigni ma è associata a malattie della retina in grandi quantità.
Il VEGF è presente nel latte materno e svolge un ruolo importante nello sviluppo dell’apparato digerente di un bambino. Di conseguenza, i farmaci anti-VEGF in una madre che allatta sollevano preoccupazioni riguardo a possibili eventi avversi in un bambino in via di sviluppo se i farmaci dovessero passare nel latte materno e sopprimere il VEGF. Il team ha scoperto che i farmaci venivano escreti nel latte materno nei primi due giorni successivi all’iniezione, con una corrispondente riduzione dei livelli di VEGF. Hanno anche scoperto che la quantità di farmaci rilevati nel paziente che ha continuato ad allattare era significativamente inferiore rispetto agli altri due pazienti, suggerendo che il farmaco veniva costantemente escreto e ingerito dal bambino.