Il Coisp: morire uccisi non deve essere una condizione del contratto di lavoro del poliziotto!
Napoli – Nonostante il successo di ieri al III seminario Formativo sindacale del Sindacato di Polizia Coisp che ha visti protagonisti i quadri dirigenziali sindacali partenopei e di tutta la Campania, non sono mancati momenti di sentita commozione, all’inizio, durante il minuto di silenzio e successivo ricordo dei due colleghi barbaramente trucidati a Trieste lo scorso 4 ottobre, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego.
Commozione, rabbia, mestizia, tutti sentimenti ed emozioni a livelli esponenziali che hanno caratterizzato anche la mattinata odierna, durante il funerale del collega Pierluigi, tenutosi a Lago Patria, al quale una delegazione regionale e provinciale Coisp, capitanata dal Segretario Generale Provinciale Giuseppe Raimondi, ha doverosamente partecipato. La funesta circostanza ha visti riuniti i più alti vertici civili, militari ed ecclesiastici.
Queste le dure parole di Raimondi: “Esprimo a nome mio e del Sindacato che rappresento le più sentite condoglianze e la vicinanza alle famiglie dei nostri due fratelli tragicamente caduti. Non posso che manifestare commozione e profonda amarezza per quanto successo a questi due giovani ragazzi che non hanno alcuna colpa se non quella di svolgere il proprio dovere. Non si può morire a questa età ed in questo modo… Non si può assolutamente prevedere nel contratto di lavoro che fare il poliziotto significhi essere pagati per morire. Sto sentendo di tutto in questi lunghi giorni di profonda tristezza ma credo che questo sia il momento per piangere i nostri morti, questi due ragazzi, figli di una stessa madre, spesso matrigna, che ci ha vestiti con gli stessi panni e forgiati con gli stessi ideali. Ed è proprio a questi ultimi che faccio riferimento, è proprio ai sentimenti di giustizia, rispetto per l’altro, legalità, senso civico, che tutti fortemente perseguiamo, vogliamo e viviamo, per i quali siamo chiamati ad adoperarci giornalmente e per i quali questi due giovani vite sono state spezzate. Per le polemiche ci sarà tempo ma non è questo il giorno! Oggi è il momento in cui dobbiamo trovarci, tutti insieme, stretti intorno alle famiglie di Pierluigi e Matteo ed uniti per quegli ideali e valori per i quali combattiamo, anche togliendo gli artigli se necessario, tutti i giorni: fratellanza in primis, legalità, giustizia. Purtroppo – continua il sindacalista – non serve a niente piangere sul latte versato, ma una cosa possiamo farla, ed oggi a Lago Patria e 2 giorni fa a Trieste lo abbiamo dimostrato, con la massiccia mobilitazione non solo di tutte le divise ma anche della cittadinanza che hanno mostrato sensibilità e solidarietà a quanto accaduto, provando che ci si può unire per un valore comune: la vita umana e la sua tutela! Ritengo che insieme ci si possa adoperare affinchè fatti del genere vengano arginati quanto più possibile, prevedendo più garanzia per il personale in divisa e leggi speciali con pene certe nei confronti di chi, senza remora alcuna, si macchia di crimini efferati di tale gravità”.