“Il tagliatore di teste” della Whirpool come un novello “Conte Ugolino” nato per sbaglio nelle Due Sicilie
Suscita rabbia e compassione insieme, questo ragazzo pescarese sradicato, cinico e quasi ipnotizzato.
È poco più che un ragazzo l’Amministratore Delegato più spietato nella cronaca di questi giorni, ha soli 43 anni.
Ha avuto la promozione ad inizio 2019, dopo alcuni anni di servizio presso la multinazionale Whirlpool, e scommettiamo che alla firma del nuovo incarico prestigioso e profumatamente retribuito gli è stato subito ben chiarito il suo primo obiettivo: chiudere il sito produttivo di Napoli, di cui era stato Direttore, e liberarsi del costo aziendale di quei 300 dipendenti.
Questo ragazzo abruzzese, Luigi La Morgia, ha giocato proprio sporco nei suoi primi mesi da top manager: dalla natìa Pescara, in cui aveva vissuto gli anni da liceale, era partito per studiare a Bologna e per fare poi un MBA a Madrid, dove aveva probabilmente affinato le conoscenze manageriali alla luce dei modelli economici più in voga nell’attuale società globalizzata orientata al “tutto e subito”.
E da studente brillante quale è senz’altro stato, in questi mesi sta mettendo in pratica tutte le competenze acquisite, dimostrando quella totale mancanza di scrupoli che conforta e rassicura gli azionisti di Whirlpool.
I suoi ideali di successo devono essere senza dubbio tutti estranei all’identità storica del Regno delle Due Sicilie, la sua patria avita. Forse la ritiene addirittura un’eredità da allontanare da sé il più possibile o forse semplicemente ne ignora del tutto le vicende.
È un peccato, perché se ad esempio avesse letto dei Diecimila di Gaeta o degli Ottocento di Otranto, avrebbe scoperto giovani incommensurabilmente più determinati di lui e degni – loro sì – di vera ammirazione e gloria.
Nelle interviste rilasciate in questi mesi, soprattutto quella degli ultimi giorni, in cui si rimangia ogni apertura fatta in precedenza per beneficiare degli incentivi governativi e dichiara che non c’è nessuna possibilità di produrre ancora a Napoli, sono particolarmente ripugnanti lo sguardo e la voce.
Suscita rabbia e compassione insieme, questo ragazzo pescarese sradicato, cinico e quasi ipnotizzato.
Farà carriera come tagliatore di teste, avrà potere e denaro, ma forse un giorno la sua identità culturale più arcana verrà fuori all’improvviso, quando magari sarà tagliata senza pietà la testa di una persona a lui cara.
Chissà se solo allora si accorgerà di quanto sia tragicamente insensato il modo in cui ha usato i suoi talenti, mettendosi al servizio dei carnefici della sua patria ed accettando di buon grado di diventarlo lui stesso.
Se avvertirà di aver reciso le sue proprie radici, illudendosi di essere pronto a spiccare il volo.
Se saprà mai perdonarsi.