Tutta colpa delle Challenge

Oggi vi parlerò della “Planking Challenge”, una nuova sfida che sta dilagando tra i ragazzi. Questa tendenza prevede che i teenager si sdraino sull’asfalto e che prontamente si alzino all’arrivo del veicolo; il tutto è rigorosamente ripreso con il telefonino dai compagni. Le svariate azioni “eroiche” finiscono poi sui social network con un altissimo rischio di emulazione. Questa challenge, così come quelle passate di Samara o Blue Whale (per citarne solo alcune), sono un modo per essere accettati seguendo il cosiddetto fenomeno del “conformismo”, ovvero un cambiamento di comportamenti, pensieri e sentimenti delle persone come risultato di una pressione di gruppo reale o immaginata.
La Psicologia Sociale definisce il gruppo come un insieme di due o più persone che condividono un destino comune che li porta a qualche forma di interdipendenza tra loro (scopi, attese e così via) e che si percepiscono come membri di uno stesso aggregato sociale che è riconosciuto come tale da altre persone. Specialmente durante l’adolescenza il gruppo è fondamentale, il gruppo è tutto e per farne parte si è disposti a fare l’impossibile. Nessun ragazzo è propenso a sperimentare l’isolamento piuttosto che la solitudine. Finché si tratta di banali sfide o giochi tanto di cappello, però tutte queste nuove mode sono pericolose e non raramente finiscono in tragedia.
Il consiglio che mi sento di dare ai genitori, da Psicologa ma ancor più da essere umano, è quello di seguire di più i profili social dei propri figli o comunque di prestare molta attenzione ai campanelli d’allarme che spesso i ragazzi di oggi consciamente o inconsciamente ci mandano, al fine di evitare spiacevoli episodi che potrebbero portare a conseguenze gravissime e, soprattutto, irreparabili.

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