Le cinque rose di Jennifer
Domenica 10 Novembre 2019 si è conclusa la messa in scena dello spettacolo “Le cinque rose di Jennifer” presso il Teatro Bellini di Napoli. Mercoledì 6 Novembre ho avuto la possibilità di parteciparvi, in qualità di spettatore. L’aria artistica si avvertiva sin dall’ingresso del teatro caratterizzato da una forte maestosità nella struttura e nell’ambiente circostante. Opera di Annibale Ruccello, il cui regista in quest’occasione è stato Gabriele Russo che ha portato sul palcoscenico come attore principale Daniele Russo affiancato da Sergio del Prete. Mentre gli spettatori erano ansiosi che tutto avesse inizio, improvvisamente le luci si sono spente e le tende si sono calate. Lo spettacolo ha avuto inizio. Prima di soffermarci sulle varie osservazioni inerenti bisogna compiere un passo indietro descrivendo e raccontando la trama di questa storia. Come viene riportato sul sito ufficiale del teatro: “Jennifer è un travestito romantico che abita in un quartiere popolare della Napoli degli anni ‘80. Chiuso in casa per aspettare la telefonata di Franco, l’ingegnere di Genova di cui è innamorato, gli dedica continuamente Se perdo te di Patty Pravo alla radio che, intanto, trasmette frequenti aggiornamenti sul serial killer che in quelle ore uccide i travestiti del quartiere. Gabriele Russo affronta per la prima volta un testo di Ruccello – scegliendo il più simbolico, quello che nel 1980 impose il drammaturgo all’attenzione di pubblico e critica. Il regista ci preannuncia una messinscena dall’estetica potente, fedele al testo e, dunque, alle intenzioni dell’autore «ci atteniamo alle rigide regole e alle precise indicazioni che ci dà Ruccello stesso – racconta Russo – cercando di attraversare, analizzare, capire sera per sera, replica dopo replica un testo strutturalmente perfetto, che delinea un personaggio così pieno di vita che pare ribellarsi alla mano di una regia che vuole piegarlo alla propria personalissima visione. Non è un testo su cui sovrascrivere ma in cui scavare, per tirare fuori sottotesti, possibilità, suggestioni, dubbi»”. Seguendo lo spettacolo è stato notevole ammirare, oltre che la scenografia messa in atto dal team del Teatro Bellini, l’accuratezza nel selezionare canzoni intramontabili di artiste come Mina e Patty Pravo. Inoltre l’ elemento che ha caratterizzato l’intero spettacolo è stata l’interpretazione del sublime Daniele Russo, che si è saputo calare nei panni di Jennifer, trasportando con sé gli spettatori nel suo mondo fatto di amore, estrema euforia, massima malinconia e pazzia. Il dramma ha puntato sull’utilizzo del dialetto napoletano. Scoprendo alcune espressioni di questo, mediante i diversi dialoghi che si susseguivano, è stato possibile evidenziarne l’originalità che ha permesso di dare maggiore pathos e vena comica, tipica della tradizione napoletana. Tutto ciò ha fatto scoprire e riemergere la cultura e l’ambiente partenopeo degli anni ’80 anche attraverso piccoli elementi: dall’arredo alle musiche che accompagnavano la vita di Jennifer. “Le cinque rose di Jennifer” è un viaggio introspettivo che evidenzia come una persona possa avere dentro di sé una storia ed un vissuto che può influire e segnare l’intera vita. Jennifer è amore, malinconia, tristezza e soprattutto pazzia che la conducono a compiere atti estremi. I novanta minuti dello spettacolo sono volati e il riscontro è stato evidente dalle innumerevoli standig ovation di tutti gli spettatori seduti in platea. Questo spettacolo ha permesso, ancora una volta, di apprezzare la bellezza e l’arte che animano da sempre e da anni il Teatro Bellini.