Medico costringeva i familiari ad un regime di vita fatto di privazioni, umiliazioni, sopraffazioni, vessazioni e aggressioni anche fisiche. In carcere
Nella serata di ieri 15/11/2019, la Polizia di Stato della Questura di Caserta ha dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un medico che presta servizio presso due Ospedali, siti nel territorio della Provincia di Caserta. Il provvedimento rappresenta l’epilogo di una attività investigativa in esito alla quale l’arrestato è stato ritenuto gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia pluriaggravati, continuati, commessi anche in presenza ed in danno dei figli, dal febbraio di quest’anno a tutt’oggi. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Caserta e coordinata dal “pool” specializzato della Procura della Repubblica Sammaritana, è stata immediatamente avviata a seguito della denuncia della coniuge del professionista che, dopo l’ennesima vessazione subita, si è fatta forza e ha trovato il coraggio di segnalare la grave situazione alla Polizia di Stato. Nel corso degli approfondimenti investigativi realizzati è emerso che il medico costringeva i familiari ad un regime di vita insostenibile fatto di privazioni, umiliazioni, sopraffazioni e vessazioni di ogni genere con aggressioni anche fisiche, talvolta estremamente violente e cruente, soprattutto nei confronti della coniuge, nonché di offese, denigrazioni e privazioni anche finanziarie, senza contribuire al reddito familiare anzi, dilapidando il proprio patrimonio. Inoltre, in diverse occasioni, aveva percosso e sottoposto a gravi umiliazioni anche i figli di cui uno minorenne, colpendo il ragazzino nelle parti intime. Già lo scorso 21 febbraio il medico era stato destinatario della misura dell’allontanamento dalla casa familiare per fatti analoghi; tuttavia le ripetute violazioni della predetta misura hanno determinato L’ A.G. ad emettere il provvedimento carcerario. Terminati gli atti di rito, il professionista è stato associato presso il carcere di S. Maria C.V . .