Viterbo, Eventi teatrali novembre 2019 “W le donne, tutte le donne della nostra vita”
Nell’ambito degli eventi e manifestazioni programmate a Viterbo per il mese di novembre, il 23 u.s., al teatro “Caffeina” di via Cavour, 9, è stato rappresentato l’originale spettacolo teatrale “W le donne, tutte le donne della nostra vita” di Riccardo Rossi e Alberto di Risio, ideazione, scene e regia di Cristiano D’Alisera, disegno e luci di Marco Vignanelli e realizzazione scenografica di Ferruccio Caridi. Riccardo Rossi è un valente attore romano, regista, personaggio televisivo, drammaturgo e sceneggiatore televisivo; nel 2014 ha scritto, interpretato e diretto il suo primo film “La prima volta (di mia figlia); per il teatro ha scritto e interpretato, a partire dal 2014 “L’amore è un gambero” e dal 2017 “That’s life” e dal mese di ottobre 2019 conduce, in seconda serata, su RAI 2, la trasmissione “Battute?”.
Il pubblico delle grandi occasioni ha affollato la sala Teatro “Caffeina” e ha gustato e apprezzato, non poco, la rappresentazione. Sulle locandine che socializzavano lo spettacolo si leggeva “La donna è la prima persona che conosciamo al mondo. Maschi o femmine è uguale: è sempre lei il nostro primo incontro. Ma se le bambine crescendo diventeranno sempre più “colleghe” della madre (prima o poi faranno un figlio anche loro), i maschi si ritroveranno per tutta la vita a fare i conti con “quell’essere” che li ha generati. Ma i ruoli nel corso degli anni cambieranno”. Riccardo Rossi, nella rappresentazione, si improvvisa professore e scienziato, scende dal palco e interagisce con gli spettatori e poi risale di nuovo sul palco. Elenca, con una divisione categorica, tutte le donne con cui gli uomini si devono inevitabilmente imbattere nel corso della loro vita. In “primis” non è la mamma ma l’ostetrica che ci tira su le gambe e ci schiaffeggia ma “per il nostro bene, per farci piangere e respirare”. Poi compare l’infermiera e a seguire la maestra delle scuole elementari, la naturale gelosia con la sorella più piccola, la moglie che viene “presentata” con la lettera di Amj Krouse Rosental, che malata terminale cerca una nuova compagna per il marito. Non vuole lasciarlo solo, si preoccupa per lui. Esiste un uomo che farebbe questo? Lo spettacolo si avvia alla conclusione e non può non rappresentare la figura femminile per eccellenza: la mamma, che viene introdotta con foto di un vecchio carnevale scolastico, dove (il figlio) era l’unico della classe con pantaloncini corti, calze lunghe forate, una spada senza fodero e un cappello con la Z rossa, in mezzo ad altri due Zorro, loro perfetti, uno Spiderman e altre maschere, ugualmente complete. La rappresentazione si chiude con la descrizione della signora Rossi che ha vissuto la guerra e che sa apprezzare le cose che oggi abbiamo.
Una rappresentazione quella rappresentata al Teatro “Caffeina” più attuale che mai e che ha indotto gli spettatori a non poche riflessioni e considerazioni.