Contrasto all’evasione fiscale: al via i controlli sui conti bancari degli italiani in Svizzera
I conti bancari degli italiani in Svizzera finiscono sotto la lente del fisco italiano. Secondo quanto riferiscono i media, Berna si appresta a trasferire all’Italia i dati dei contribuenti italiani, che detenevano conti correnti o depositi nelle maggiori banche elvetiche (UBS, BSI, EFG e altri) tra il 23 febbraio 2015 e il 31 dicembre 2016, ovvero prima che è entrato in vigore lo scambio automatico di informazioni fiscali tra i due paesi. Il fisco italiano, incrocerà in particolare i dati delle dichiarazioni dei redditi con l’esistenza e la consistenza di depositi all’estero. Se non sono stati dichiarati scatteranno sanzioni pesanti con riserva di denuncia penale per violazione della normativa sul riciclaggio. In base agli accordi stipulati con l’Italia, le banche svizzere sono obbligate per legge a comunicare alle autorità fiscali i rapporti di conto corrente aperti a favore di non residenti che dovranno essere resi noti al fisco del Paese di appartenenza. In questo modo il conto corrente del contribuente residente in Italia sarà conosciuto dall’Agenzia delle Entrate che verificherà se è stato compilato il quadro RW della dichiarazione dei redditi. Non sono pochi i casi finora accertati in cui l’Agenzia delle Entrate invita i frontalieri o chi detiene conti correnti svizzeri a regolarizzare la propria posizione. Al vaglio anche la lista “Panama Papers”: secondo quanto riferisce Italia Oggi, sarebbero state trasferite anche le informazioni relative ai titolari italiani delle società appartenenti alla lista denominata «Panama Papers», diffusa nel 2016, nonché i dati dei contribuenti elencati nella lista del Credit Suisse del 2014, che non avrebbero ancora regolarizzato la propria posizione fiscale e sui quali indaga la Procura di Milano. Nel 2015, un simile precedente con il fisco spagnolo permise di scoprire 20 miliardi di euro di fondi non dichiarati detenuti da cittadini iberici in Svizzera. La cifra fu indicata dal direttore dell’Agenzia statale dell’amministrazione tributaria (AEAT) Santiago Menéndez durante un’audizione al Congresso. Di questa ventina di miliardi, 14 erano attivi finanziari e 4,8 miliardi erano conti bancari.