Francesco d’Assisi, dal mondo alla gente

Siamo ad Assisi nel 1201. In una delle tante osterie della ricca città umbra donna Angelica serve al tavolo mentre si ode in sottofondo la melodia di un gruppo di musicisti. Francesco di Bernardone, Bernardo da Quintavalle e Pietro Cattani, seduti ad un tavolo, si intrattengono con Mariuccia e Gemma, due donzelle compiacenti, ridendo e bevendo vino. Francesco si diverte tra i suoi amici inseparabili che lo seguirano anche in convento, fino alla fine. Inizia così il lavoro narrativo- teatrale di Francesco Occhicone sulla vita del santo di Assisi, che riporta il Santo più amato di sempre, nella vita del mondo e tra la gente. Un lavoro molto interessante quello che ha appena pubblicato il prof. Francesco Occhicone, ingegnere e docente di Tecniche delle Costruzioni e Disegno Tecnico presso l’indirizzo Costruzione Ambiente e Territorio del “Foscolo” di Teano. Nel libro il santo di Assisi è una figura “vicina” e non una specie di angelo sceso dal cielo e irraggiungibile. Le scene della vita di Francesco, dalla sua gioventù fino all’estasi delle stimmate e del Laudato Sii, vengono rappresentate con dovizie di particolari, a dimostrazione del fatto che l’autore conosce bene ciò di cui parla, avendo letto le varie biografie del santo, da quella di San Bonaventura a quella di Tommaso da Celano, dalla Leggenda dei Tre Compagni, ai Fioretti, alla Compilatione Assisiensis, al Testamento. L’adattamento alla rappresentazione teatrale risulta agevole avendo rispettato i tempi, gli spazi, i personaggi ed il necessario simbolismo che accompagna l’opera biografica del santo . Il libro stimola nel lettore la curiosità ad approfondire la conoscenza di San Francesco rivivendone i momenti più rappresentativi della vita, come quando declama poesie in provenzale, tenta approcci con le fanciulle, discute della guerra di Assisi con Perugia. Il libro si dilunga in quindici “scene” molto interessanti: la prigionia a Perugia; la malattia e l’incontro con Chiara; il sogno di Spoleto; l’incontro con il lebbroso nel 1205 ad Assisi, il contrasto con il padre Pietro Bernardone, l’abbandono dei beni materiali e del mondo per una vita dedicata alla cura dei lebbrosi e a chiedere l’elemosina. Poi iniziano le conversioni di Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani, le predicazioni, l’incontro con papa Innocento III insieme ad altri undici frati, per l’approvazione della Regola. Finché , durante la Domenica delle Palme del 1212 si aggiunge a loro Santa Chiara. Gli ultimi, interessanti “quadri” riguardano la partecipazione di Francesco alla quinta crociata del 1219, la Regola Bollata del 1221 ed il ritiro sul monte Verna dove il 14 settembre del 1224 riceve le stimmate. Un evento mai accaduto prima. Gli ultimi due anni della sua vita terrena trascorrono tra indicibili sofferenze corporali, dovute alla sua cecità e alle difficoltà di respirare. Muore la sera del 3 ottobre 1226 , assistito da sorella Jacopa dei Settesogli, appena arrivata da Roma per portargli in dono i dolci che tanto desiderava, i mostaccioli.

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