Ercolano: Ritrovati i resti di un cervello vetrificato del 79 d.C.

Alle falde del Vesuvio sorge una città che ha fatto la storia del nostro Paese e che è il cuore dell’antichità. Stiamo parlando di Ercolano: città di cultura, storia, arte, giustizia e onestà. Ercolano è nota, insieme a Pompei, per i suoi Scavi Archeologici che conservano resti di edifici, utensili e corpi dell’antica cittadina sepolta dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C, continuando ad attirare l’attenzione di turisti provenienti da tutto il mondo. Proprio ad Ercolano è stata effettuata una grande scoperta senza precedenti, divenendo ancora una volta, protagonista da un punto di vista internazionale e culturale: il New England Journal of Medicine ha pubblicato i risultati di alcuni resti di tessuto cerebrale rinvenute su una delle vittime dell’eruzione del 79 d.C conservato nel Collegio degli Augustali, all’interno degli Scavi Archeologici. Le indagini sono state guidate da Pier Paolo Petrone in collaborazione con il Direttore del Parco Francesco Sirano, il Professore Piero Pucci del CEINGE, il Professore Massimo Niola dell’Università degli Studi di Napoli Federico II insieme ad altri ricercatori dell’Università di Cambridge. Grazie alle varie ricerche condotte negli anni, è stato possibile rinvenire nel cranio della vittima un materiale vetroso, nel quale erano presenti diverse sostanze, tra le quali: proteine e acidi grassi. La tesi a cui sono giunti i vari studiosi è che: l’elevato calore ha bruciato completamente le sostanze e i grassi presenti nel tessuto della vittima portando alla vetrificazione del cervello. Questo è un evento eccezionale ed irrepetibile nel mondo dell’archeologia. Proprio per questo motivo il Direttore Sirano, confrontandosi con la stampa afferma: «Sin dalle eccezionali scoperte avvenute all’inizio degli anni 80 del 900 presso l’antica spiaggia, il campione antropologico offerto dal sito di Ercolano si è rivelato di estremo interesse. Gli studi di antropologia fisica sono ora supportati da analisi di laboratorio sempre più sofisticate. Stiamo inoltre associando ad esse innovative ricerche sul DNA degenerato che ha ancora racchiuse in sé alcune parti della sequenza del codice in grado di chiarire origine e grado di parentela delle vittime ritrovate nelle rimesse delle barche presso l’antica spiaggia. Questi straordinari dati possono peraltro confrontarsi con quelli derivanti dalle analisi sui materiali organici e sui coproliti rinvenuti nel corso degli scavi nelle fogne sotto il cardo V che hanno chiarito tanti aspetti del regime alimentare e contribuito ad arricchire il quadro delle più frequenti patologie che affliggevano gli abitanti di Herculaneum. Se pensiamo a tutto quanto conosciamo attraverso la variegata documentazione scrittoria antica formata da documenti pubblici e privati (epigrafi su marmo, tavolette cerate, papiri, graffiti) davvero si comprendono l’inestimabile valore e le potenzialità ancora inespresse da questo prezioso sito Unesco che il Parco Archeologico conserva e valorizza in un’ottica di ricerca aperta e multidisciplinare». Siamo convinti che Ercolano abbia ancora tanto da dire e da farci scoprire. Non ci resta che affidarci alle ulteriori ricerche e studi degli esperti affinché possiamo conoscere da dove e da chi discendiamo e soprattutto per rispondere ad una delle domande che continua a generare ricerche da secoli: Qual’ è la storia di Ercolano?

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