Un gioco pericoloso
Cos’è il gioco d’azzardo “patologico”? Molti lo ritengono un disturbo del comportamento avente una grande attinenza con la tossicodipendenza (dipendenze senza sostanze). Il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco. Il giocatore malato è di solito una persona narcisista, dipendente e impulsiva, ma con una bassa stima di sé; egli non può fare a meno di giocare ma pensa di poter smettere quando vuole. Questa patologia ha vari livelli: Fase vincente (vincere conferisce un senso di prestigio, potere ed onnipotenza), fase perdente (la fortuna gira e il giocatore comincia a perdere), fase di disperazione (il tempo ed il denaro destinati al gioco crescono e con essi i debiti e la depressione), fase critica (rincorrere le perdite). Vi sono delle differenza tra uomini e donne in quanto queste ultime tendono ad iniziare il gioco d’azzardo più tardi degli uomini (intorno ai 30 anni). Il gioco d’azzardo tra gli anziani, più che tra i giovani, sta aumentando in maniera drammatica negli ultimi decenni, forse per noia, per sentirsi attivi o per intraprendere un’attività sociale. Esistono tre tipi di prevenzione; quella primaria si focalizza sulla popolazione generale, quella secondaria su gruppi a rischio/vulnerabili, quella terziaria su individui con un disturbo già diagnosticato e diagnosticabile. Per ciò che concerne il trattamento farmacologico, questo è un campo ancora in via di sviluppo.
Per concludere, il gioco d’azzardo patologico si può curare? Si, ma è necessario un intervento terapeutico strutturato, caratterizzato da trattamenti multi professionali ed integrati.