La TOP 30 2019: Campania prima regione per musei e seconda per visitatori
Il Paese che vanta uno dei più grandiosi patrimoni culturali al mondo le statistiche, si sa, vanno sempre un po’ troppo strette. I numeri, poi, non sembrano il modo migliore e più naturale per misurare la “grande bellezza” delle nostre città, dei nostri paesaggi e dei siti culturali che, tra musei, chiese, aree archeologiche, regge, teatri ed attività storiche, solitamente sono valorizzati da parole, frasi o, grazie alla potenza dei social networks, da milioni di foto. Va anche detto che le statistiche, sostanzialmente “ragionamenti numerici”, possono fare molto per quella bellezza che custodiamo e che in tanti bramano di vedere, toccare, usufruire, qualche volta perfino deturpare. Proprio il Mibact, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (meglio l’acronimo che il nome esteso!), ha pubblicato nei giorni scorsi l’importante “classifica” annuale dei 30 musei più visitati nel 2019, la cosiddetta TOP 30, sostanzialmente un fondamentale parametro statistico che evidenzia l’andamento della promozione culturale in Italia. Questo indicatore, che ci racconta molto spesso persino di vizi e virtù dei differenti territori italiani, divenendo quindi un vero e proprio termometro economico-sociale per città, province e regioni, anche questa volta lascia un segno indelebile che dalla cultura migra fortemente in ambito politico e comunicativo.
Ad un primo rapido sguardo possiamo sicuramente notare che sul “classico” alla fine ci puntano un po’ tutti, tanto è vero che per l’ennesima volta il Colosseo risulta il bene culturale per eccellenza con l’inarrivabile quota di oltre 7 milioni e mezzo di visitatori, seguito a grande distanza dagli Uffizi di Firenze (4,3 milioni circa) e dal tanto apprezzato Parco archeologico di Pompei (3,9 milioni circa). Fin qui nulla di nuovo sotto al sole si direbbe, se non per una prima importantissima osservazione. Il Colosseo, rispetto al 2018, ha perso quasi 100.000 visitatori, mentre i suoi già menzionati concorrenti più prossimi ne hanno guadagnati un bel po’ (si veda l’immagine con tutti i valori). Se però vogliamo ragionare in modo più attento sui dati, anche in chiave territoriale, per verificare appunto vizi e virtù troppo spesso inquinati da luoghi comuni e speculazioni di ogni genere, dobbiamo aggregare i dati per accorgerci di ciò che non è proprio raccontato chiaramente (giuro, non sono complottista!).
In primis la regione che ha piazzato in classifica, ricordo la TOP 30 dei musei più visitati in Italia nel 2019, il maggior numero di siti è (rullo di tamburi….forza un po’ di immaginazione) la Campania. Con 8 siti, di cui ben 7 in crescita per numero di visite, e il solo preoccupante calo della Reggia di Caserta, che ha perso oltre 100.000 visitatori l’anno scorso, si piazza al “Top” della TOP 30 come regione italiana con i musei più apprezzati. A seguire, nonostante il primato del Colosseo, si piazza il Lazio che, però, in modo molto preoccupante annovera ben 5 siti in calo rispetto al totale dei 7 piazzati in classifica. Un trend, quindi, che oltre i trionfalismi dovrebbe far riflettere se ricordiamo, e lo si dovrebbe considerare, che è la regione con la “Città” più conosciuta al mondo per ovvi motivi culturali, storici e religiosi. In effetti, guardando la classifica con un’altra ottica, quella per somma dei visitatori tra i diversi siti, il Lazio torna al primo posto ma solo perché il Colosseo ci mette una pezza tutti gli anni. Davvero difficile per i concorrenti, come segnalato precedentemente, recuperare qualche milione di visitatori, un gap che appare più evidente ricordando che gli Uffizi, al secondo posto della classifica, è staccata di oltre 3 milioni di visitatori! Ecco quindi che l’indicatore più significativo risulta essere quello del numero di siti per Regione, il quale ci racconta di un Lazio in affanno e di una Campania che si piazza stabilmente nel cuore dei turisti confermando la grande attenzione culturale che, però, continua a scontrarsi internamente con un evidente razzismo sia sociale che economico, un odiosissimo fenomeno che frena una crescita potenzialmente in grado di trainare l’intero settore museale nazionale e portare grandi vantaggi a tutto il Paese. Al terzo posto dobbiamo segnalare la grande vivacità della Lombardia, che piazza 4 siti in buona crescita, mentre al quarto posto la Toscana, amata da tutti gli italiani indistintamente, risulta stranamente capace di piazzare solo 3 siti di cui addirittura due in trend negativo. Importante segnalare, visto anche il mio personale amore per quella regione, che la Galleria Nazionale delle Marche ha avuto una vera e propria esplosione turistica nel 2019 se consideriamo, con una piacevole sorpresa, che le visite sono cresciute di quasi il 37%, uno dei risultati più preziosi di questa classifica ministeriale. Non di meno va segnalato lo splendido lavoro fatto dal Direttore del Museo di Capodimonte a Napoli, entrato nella TOP 30 grazie ad un aumento di oltre il 34% delle visite, tra l’altro potenzialmente molto più ampio se il sito non avesse subito, per questioni meteorologiche, la necessaria chiusura dei giardini per evitare incidenti già avvenuti in altri siti.
A questo punto non resta che augurarci, anche sulla base di questi dati certamente non di parte, che la politica nazionale voglia spendersi positivamente non solo per la promozione di tutti i siti culturali nazionali, ma anche per debellare questo odiosissimo fenomeno che si continua a sottovalutare: il razzismo. Perché accostare questo fenomeno con il turismo? Perché basta fare un giro sui social o in rete per comprendere autonomamente come si dipinge il sud, come si dipinge la Campania e quanta “economia” viene dispersa a causa dei luoghi comuni che ruotano intorno a Napoli e alle altre province campane. Chi viene in Campania trova amicizia e bellezza, non riuscendosi poi a spiegare il perché delle tante “nomee” terroristiche appiccicate addosso ad un intero popolo. I problemi ci sono, nessuno può negarlo, ma se anche a Milano, Firenze, Venezia e Roma vi sono truffe, furti e altri atti criminali contro turisti e cittadini, come mai l’unica città che viene dipinta come territorio di guerra è Napoli?
E anche nei confronti del Mibact viene da chiedere maggiore attenzione. Come mai la relazione pubblicata evidenzia la classifica regionale in termini di somma di visitatori e non anche, come vi ho mostrato in questo articolo, in termini di numerosità di siti regionali? Come mai non dare risalto al fatto che se il Lazio ha il più alto numero di visite (ripeto grazie al Colosseo), la Campania è invece la regione con il maggior numero di siti fruiti dai turisti presenti nella TOP 30?
Prendendo in prestito lo storico slogan di un grande figlio del Sud, Renzo Arbore, ancora una volta vi dico meditate gente…meditate. Vi aspetto per una bella visita alle tante bellezze della Campania. E se vi fa piacere vi offro un caffè, come da buona tradizione campana!