Maltrattamenti in famiglia. In carcere
La Polizia di Stato ha arrestato per maltrattamenti in famiglia I. P., cl. ‘91, di Marcianise, con precedenti di polizia. Infatti, ad epilogo di sollecite indagini condotte dagli agenti del Commissariato di P. S. di Marcianise (CE), la III^ Sezione Penale del Tribunale di S. Maria, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, aveva emesso un’“Ordinanza di Aggravamento di Misura Cautelare” nei confronti dell’uomo già gravato dalla misura coercitiva dell’“Allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa” precedentemente adottata dal G.i.p. presso il Tribunale di Santa Maria C.V., sempre su richiesta della Procura della Repubblica, ed eseguita 1 ottobre scorso.
La Polizia di Stato di Marcianise, in precedenza, aveva accertato che I.P., ormai da diversi anni, fra le mura domestiche, ponesse in essere nei confronti della moglie continuate e reiterate condotte vessatorie, consistenti in insulti, minacce ed aggressioni fisiche le quali, in alcune circostanze, l’avevano costretta a ricorrere alle cure del Pronto soccorso dell’Ospedale di Marcianise. L’escussione di alcuni congiunti della persona offesa, inoltre, permetteva di accertare che l’uomo, dedito all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, non esitava ad aggredire la vittima anche alla presenza dei tre figli minori rispettivamente di 8, 7 e 5 anni.
Evidentemente, però, l’allontanamento dalla casa familiare non era valso a contenere l’indole violenta dell’indagato, infatti, nei giorni scorsi, i poliziotti accertavano come lo stesso avesse continuato a perseguitare la ormai ex compagna, sino a giungere, il 29 gennaio scorso, ad una violenta aggressione fisica allorquando, notata la donna in compagnia di un conoscente all’interno dell’autovettura di proprietà di questi, utilizzando un corpo contundente, ne danneggiava parabrezza, vetri e cofano, perseverando, nei giorni successivi, a vessare la donna con ripetuti messaggi e telefonate dal contenuto offensivo e gravemente minatorio.
Sulla scorta delle solerti informative presentate dagli investigatori, la Procura della Repubblica formulava la richiesta di applicazione di una più incisiva misura cautelare, avendo rilevato un palese aggravamento delle esigenze cautelari sia a seguito della violazione del precedente provvedimento coercitivo del “Divieto di avvicinamento alla persona offesa” sia per il compimento di reiterati atti di violenza materiale volti ad aggredire ed intimidire la vittima.
La III^ Sezione Penale del Tribunale di S. Maria C. V., considerando le recenti condotte dell’uomo particolarmente gravi ed allarmanti e ritenendo che la meno afflittiva misura degli arresti domiciliari fosse inadeguata a contenere la sua violenta personalità, applicava il più gravoso provvedimento della custodia cautelare in carcere, immediatamente eseguito dalla Polizia di Stato.
Pertanto, I. P. veniva tradotto alla Casa Circondariale di S. Maria C. V. a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.