Iginio De Luca con la sua installazione “Le Voci di Dentro” inaugura gli atelier artistici presso i Mercati di Traiano
Sarà Iginio De Luca a inaugurare venerdì 14 febbraio gli atelier artistici ai Mercati di Traiano per Live Museum Live Change, progetto di PAV, realizzato nell’ambito dell’Avviso Atelier Arte Bellezza Cultura della Regione Lazio (P.O.R. FESR Lazio 2014/2020 azione 3.3.1b), grazie anche alla collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Con il suo “Le voci di dentro”, De Luca è stato invitato ad abitare per una settimana i Mercati di Traiano per realizzare un’installazione site specific all’interno degli spazi museali di via Quattro Novembre. Sarà il suo prestigioso lavoro ad aprire gli atelier che dalle settimane successive vedranno invece protagonisti gli artisti selezionati dalla call per la realizzazione di interventi artistici ispirati ai Mercati di Traiano.
Predisporsi all’ascolto, sintonizzarsi sulla memoria di un luogo e attualizzare un incontro: questo il senso poetico e concettuale del progetto proposto da De Luca per i Mercati di Traiano. Microfoni altamente sensibili, cuffie, amplificatori, casse audio e mixer saranno gli strumenti tecnici che accoglieranno in modo capillare e fedele tutte le sfumature acustiche prodotte dai contatti. I suoni generati, montati e organizzati come un flusso naturale di eventi, abiteranno lo stesso spazio, creando un’installazione suggestiva e coinvolgente.
Custode di reperti archeologici, i Mercati diventeranno lo studio di registrazione dell’artista, la casa dei suoni che reagisce al silenzio stratificato del tempo che da secoli ne arreda le mura. Lo sfregamento epidermico e caldo delle mani con le superfici aspre, levigate e corrose di questi frammenti, sarà il pretesto tattile per creare un archivio sonoro che identificherà acusticamente ogni blocco di marmo, catalogando in modo sensoriale e immateriale queste presenze storiche. Un vocabolario illogico di voci sommesse, un bisbigliare incomprensibile di frasi, un dialogo surreale tra pietre parlanti che rivendicano la loro anima e ne reclamano ancora la vita. Uno scontro frontale tra l’esistenza dell’artista e la natura millenaria del contesto pubblico e politico dei Mercati, fatta di uffici amministrativi, di “voci” come pratiche schedate di una burocrazia antica che sedimenta documenti, vite archiviate, timbrate e firmate. (Iginio De Luca)
Iginio De Luca è un artista poliedrico. Negli ultimi anni la sua poetica si è concentrata soprattutto sulla produzione di video, di immagini fotografiche, ma anche di quelli che lui definisce blitz. Considerandoli a cavallo tra arte urbana e performance, l’artista compie azioni a volte sorvolando con aerei, altre proiettando immagini o scritte su edifici in rapidi raid notturni, altre ancora arrivando in luoghi con elementi di forte disturbo e impatto visivo, come cartelloni finto-elettorali. Ibridando etica ed estetica, tecnologia e azioni comportamentali, De Luca reclama l’interazione con l’ambiente e il pubblico, denunciando, tra ironia e impegno, la crisi di valori di questo nostro tempo. L’utilizzo di molteplici e differenti registri linguistici ha da sempre caratterizzato la sua progettualità e conseguentemente le scelte metodologiche ed operative, lasciando intendere che il denominatore comune è nella necessità di scardinare le certezze, di rompere i codici della formalizzazione espressiva, per tendere un tranello alla realtà, sorprendendola alle spalle. Decodificare la trama della ragnatela che l’artista tesse, costruendo funambolici equilibri tra segni di natura diversa, è il compito del pubblico, chiamato a una partecipazione attiva da un’interrogazione che non può essere elusa. Pur lavorando su molti campi, nelle opere di Iginio De Luca si riconosce un’unità poetica e concettuale.