Rula Jebreal: “Lasciateci essere quelle che siamo e quelle che vogliamo essere”
“Adesso parlo agli uomini. Lasciateci essere quello che siamo e quello che vogliamo essere: Madri di dieci figlie o madri di nessuna, casalinghe o donne in carriera. Siate nostri complici, nostri compagni e indignatevi insieme a noi quando qualcuno ci chiede: Lei cosa ha fatto per meritare quello che l’è accaduto?”. Queste appena riportate sono soltanto alcune delle parole affermate da Rula Jebreal nel suo emozionante e toccante monologo pronunciato nella prima serata della Settantesima Edizione del Festival di Sanremo, noto quest’anno come il Festival delle Donne. Ascoltando le parole della Jebreal è impossibile non emozionarsi e spingersi a fare un autoesame nel modo in cui ci rapportiamo nei confronti del sesso opposto, a prescindere che siamo uomini o donne. Ci siamo mai chiesti se in realtà la discriminazione di genere parta dal linguaggio stesso? Se riflettiamo attentamente, nel lessico non esistono parole ed espressioni volte al femminile. Ma il punto sul quale vogliamo soffermarci è quello di comprendere come alcune domande o parole usate, anche dalle stesse istituzioni o personaggi notevoli, possano nascondere in se violenza o disuguaglianza nei confronti delle donne. Molto spesso queste vengono adottate perché frutto di una consuetudine o in base all’ambiente nel quale si è cresciuti. Per poter combattere queste forme di discriminazione occorre fare “gioco di squadra” proprio come afferma Rula nel suo stesso monologo. Molto spesso a ferire le donne, quando subiscono violenze fisiche, sessuali o psicologiche, sono il peso delle espressioni utilizzate anche da chi dovrebbe aiutarle o dallo stesso sistema che dovrebbe difenderle. Questo è frutto di una cultura che non è mai stata pronta a considerare le donne alla pari dell’uomo. Oggi, a differenza di anni fa si parla di argomenti del genere affinché tutte le donne, che si trovano in situazione simili, trovino il coraggio di denunciare e credere ancora nella giustizia. Infine tutti noi pensiamo che le parole hanno un peso e un valore proprio come le domande che vengono rivolte. Rula Jebreal afferma: “ Il senso di tutto ciò è nelle parole giuste e nelle domande giuste. Domani chiedetevi com’erano vestite le conduttrici di Sanremo e chiedetevi pure com’era vestita la Jebreal. Che non si chieda mai più ad una Donna che è stata stuprata com’era vestita lei quella notte. Che non si chieda mai più! Noi Donne vogliamo essere libere nello spazio e nel tempo. Vogliamo essere silenzi e rumore. Vogliamo essere Musica”.