“L’Oro di Napoli” arriva al teatro Trianon Viviani di Napoli riscuotendo un grande successo
Per la “prima” dello spettacolo teatrale “L’Oro di Napoli”, andata in scena ieri sera alle ore 21:00, fiumi di applausi e tanto apprezzamento da parte del pubblico presente nella platea del Teatro Trianon Viviani di Napoli. In una veste completamente rinnovata la raccolta di racconti “L’Oro di Napoli” di Giuseppe Marotta, divenuta famosa con il film a episodi diretto da Vittorio De Sica nel 1954, è ora una commedia musicale suddivisa in due atti, riscritta dal drammaturgo italiano Manlio Santarelli per il palcoscenico con la regia di Nello Mascia. Questo spettacolo teatrale offre uno squarcio della Napoli del dopoguerra, attraverso dei personaggi tipici del luogo, con i loro vizi e le loro virtù come il “guappo”, una famiglia di ceto-medio basso, “Pizze a credito”, protagonista è una coppia di pizzaioli, i “giocatori”, protagonista è un marchese che cerca di riscattarsi dalla ricca moglie anziana giocando a carte con un ragazzino nullatenente, e il “professore”, un anziano signore che dispensa saggi consigli alle persone del quartiere. Dal film lo spettatore ritroverà solo quattro dei sei episodi. La storia si sviluppa con il racconto delle varie “vite” dei personaggi che abitano nel palazzo-microcosmo, a partire da Saverio (Giovanni Mauriello), il pazzariello del quartiere, vessato dal boss del quartiere Don Carmine (Ciro Capano) del quale riuscirà a liberarsi in un moto di orgoglio e di dignità, Donna Rosaria (Rosaria de Cicco) sempre dedita al culto della “Mamma Schiavone” come viene chiamata dal popolo napoletano la Madonna di Montevergine, sempre in contrasto con Concetta (Cloris Brosca) , devota alla Madonna di Pompei, vedova con tre figli, che rifiuta tutti gli spasimanti per poter fare la mamma, Don Leopoldo Criscuolo (Giancarlo Cosentino), vedovo inconsolabile, ma che si fa “tentare” dal profumo e dal sapore di una pizza preparata dalla procace e conturbante Sofia (Rossella Amato) e dal marito Rosario (Gianni Ferreri) gelosissimo di lei, ma che subisce anche l’onta del tradimento con il marchesino (Matteo Mauriello) pur di non perderla, il Conte Prospero (Roberto Azzurro) rovinato dal gioco che perde addirittura con un bambino di 8 anni, fino a Don Ersilio, interpretato da un bravissimo Nello Mascia, il venditore di “saggezza”, che dietro la modica somma di 100 lire, dispensa consigli e suggerimenti per risolvere le crisi e i piccoli/grandi problemi che affliggono gli abitanti del quartiere stesso. Infatti, Santanelli ha ripreso liberamente alcune storie del libro di Marotta del 1947, in precedenza pubblicate sul Corriere della Sera, con i continui inserti musicali, suonati e cantati, che fanno dello spettacolo una sorta di musical. Questa edizione de “L’Oro di Napoli” completamente rivisitata ha presentato solo due problemi nel suo passaggio alla scena: rendere unitaria l’azione, che nel libro è segmentata in più racconti, e a un tempo prendere le dovute distanze dal film che ormai appartiene all’immaginario collettivo. Tutto ciò senza deludere il pubblico che ha il diritto di trovarsi di fronte a quel Marotta che ha conosciuto attraverso il noto film. Oltre solo uno spettacolo teatrale ne è sorto pure uno spettacolo corale per la contestualità degli episodî vede spesso tutti i protagonisti in scena e per le vicende individuali vengono vissute dall’intera collettività come proprie. Per il regista Nello Mascia «c’è tanto oro in questo spettacolo: non solo quello dei racconti di Marotta, che descrivono con assoluta precisione l’autentico spirito dei napoletani e il loro legame indissolubile con la loro città, ma anche quello del lavoro di Manlio Santanelli, che ha voluto assecondare l’amore e l’ammirazione sia per l’opera scritta da Giuseppe Marotta, sia per le immagini scolpite nella memoria collettiva di quel film indimenticabile; assicurando pure la sua presenza costante in tutte le prove, montando e smontando il suo adattamento secondo le esigenze che via si presentavano, con umiltà e infantile passione». In scena, con Nello Mascia, ci sarà Rossella Amato (donna Sofia la Pizzaiola), Roberto Azzurro (il Marchese), Cloris Brosca (Concetta e la Marchesa di Mola), Ciro Capano (don Carmine il Guappo) Giancarlo Cosentino (Criscuolo il Vedovo), Rosaria De Cicco (Rosaria), Gianni Ferreri (don Vito il pizzaiolo, marito di donna Sofia), Roberto Mascia (Postino e secondo Signore), Massimo Masiello (Cameriere, Marchesino, Cantante e Capo dei fujenti), Giovanni Mauriello (don Saverio il Pazzariello), Matteo Mauriello (Prete, Cliente agitato e primo Signore), il musicista e percussionista Ciccio Merolla, che ha anche curato la colonna sonora dello spettacolo, e Rosario Minervini (Cafiero). Con Merolla hanno eseguito le musiche dello spettacolo Mariano Bellopede e Davide Afzal con emozionanti canzoni napoletane del passato. La produzione è di Nonsoloeventi – teatro Palapartenope con Attori indipendenti. I costumi di Annalisa Ciaramella. Nicola Miletti è l’aiuto regia. L’Oro di Napoli sarà replicato tutti i giorni, da giovedì 27 febbraio a domenica 1 marzo. Le rappresentazioni sono tutte alle 21, tranne quelle domenicali, programmate alle 18. Questo spettacolo è il decimo del cartellone predisposto dal direttore artistico uscente Nino D’Angelo. Chiuderà la stagione un’edizione particolare del fortunato spettacolo musicale “Carosone, l’Americano di Napoli”, in occasione del centenario della nascita del grande cantante, compositore e pianista partenopeo: scritto da Federico Vacalebre, biografo del musicista, vede protagonista in scena Andrea Sannino, affiancato da Giovanni Imparato e Claudia Letizia, con gli arrangiamenti di Lorenzo Hengeller e la regia di Nello Mascia. Non potete mancare alla ricomposizione del teatralismo di Giuseppe Marotta. Il botteghino del teatro è aperto tutti i giorni: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30.