Accorato appello di Angelo Cristofaro, Ispettore Capo di Polizia di Stato

Quando tutto questo ebbe inizio e le tv occidentali iniziarono a trasmettere con maggiore insistenza le immagini di piccoli uomini vestiti di bianco, con mascherine e guanti, che si spostavano da una parte all’altra nelle vie di grandi e piccole città della Cina, noi occidentali ci chiedevamo: “che sarà mai questo Virus?”. Tali immagini a tutti noi sembravano essere surreali e, per certi versi, anche esagerate; immagini viste soltanto nei film di fantascienza.
Vedere quella gente, silenziosa, con lo sguardo troppo attento verso il male del secolo, ci induceva quasi a considerarli ridicoli. Le domande, che insistentemente ognuno di noi si poneva, erano: “Perché si preoccupano così tanto?” ed una unica risposta ci assaliva, ossia “è ridicolo comportarsi in quel modo”.
E, purtroppo, i loro comportamenti, venivano denigrati da noi occidentali, “da noi sapientoni occidentali”.
Forse qualcuno più cattivello, anzi più di qualcuno, avrà pensato: “Ben gli sta a quel popolo silenzioso e diffidente. Mangiano insetti, topi e pipistrelli ed è giusto che paghino”.
Mai e poi mai si sarebbe immaginato che quel microscopico essere ignobile di colore rosso con le antennine, meglio conosciuto come COVID 19, sarebbe giunto da noi e ci avrebbe colpiti.
Nella nostra vita frenetica fatta di lavoro, sport, famiglia, vacanze, le immagini di quella gente vista in tv sembrava non sfiorarci minimamente, se non per semplice curiosità.
Man mano però che iniziava a crescere il numero di morti in Cina, l’unica precauzione di massa adottata dall’occidentale è stata quella di isolare quel piccolo essere giallo. Niente più ristoranti cinesi, niente più negozi cinesi, niente più viaggi in Cina, evitare completamente ogni forma di contatto con loro. Il problema del Virus non riguardava noi!
Con il passare dei giorni, le TV nazionali trasmettevano sempre più con insistenza immagini di ambulanze, omini vestiti di bianco che spruzzavano come robot disinfettanti per le strade, persone che piangevano. Tutto, ripeto, surreale, ma tanto a noi non interessava. Nella nostra mente il pensiero era: “non potrà mai contagiare me, io sto lontano da quelle gente”.
Con l’aumentare dei casi positivi, perché così si descrive una persona infetta dall’omino rosso con i tentacoli, la stampa occidentale iniziava a trasmettere titoloni sulla grande infezione scoppiata in Oriente.
Politici, personaggi televisivi, opinionisti e, purtroppo, spesso anche medici, iniziavano a fare salotti televisivi, descrivendo la vicenda come una banale influenza stagionale e che l’atteggiamento messo in atto dal popolino cinese, era incomprensibile, ingiustificabile ed esagerato. “Ma quando colpirà mai noi”, affermavano.
Anche i nostri governanti, sottovalutando la questione, non risparmiavano le loro rassicurazioni, attraverso le più svariate forme di comunicazioni (tv, social, stampa, convegni). Da noi è tutto sotto controllo, le nostre strutture sanitarie sono all’avanguardia, sono pronte ad affrontare qualsiasi forma di emergenza. “L’Italia è
il primo paese al mondo ad aver interrotto i collegamenti con la Cina”, diceva il primo Ministro italiano. Anche lui in cuor suo credeva che mai il problema avrebbe interessato l’ Italia e gli italiani.
Ma l’invisibile ed ignobile avanzava sempre di più la sua inarrestabile corsa.
Dopo pochi giorni, purtroppo, si fa vivo in Italia. Si inizia a parlare del caso italiano, tv e giornali portano all’attenzione dell’opinione pubblica il caso COVID 19. Tutti guardiamo con attenzione la vicenda ed, io aggiungo, finalmente anche con un po’ di seria preoccupazione.
Le grandi menti politiche del paese continuavano a mostrare nelle varie interviste video di happy hour, feste, brindisi, rassicurando a più non posso i cittadini che la banale influenza che il piccolo omino rosso stava trasmettendo non avrebbe mai creato alcun problema.
Nel frattempo i casi di contagio iniziavano ad aumentare nel nord Italia, e anche la preoccupazione si iniziava a percepire. Nascevano i primi focolai e contestualmente anche i primi provvedimenti di contenimento da parte dello Stato. Provvedimenti di un paese democratico, non certo come quelli applicati in Cina, che vive un regime Comunista, e per questo ritenuti duri, drastici ed eccessivi.
In Italia gli unici provvedimenti costituiti da restrizioni drastiche venivano adottate esclusivamente nei Comuni dove era scoppiato il caso COVID 19. Tanto nelle altre zone del bel paese non sarebbe mai riuscito ad arrivare, pensavano i preposti.
Intanto l’omino rosso proveniente da uno sconosciuto paese della Cina avanzava senza alcuna sosta. I casi iniziano ad aumentare vertiginosamente. Il Governo prende atto che non si può essere più troppo permissivi e inizia a guardare con occhi diversi il protocollo cinese, adottando obbligatoriamente una serie di misure atte a contenere il propagarsi del contagio. Piccole e semplici regole da far rispettare, che avrebbero annientato il piccolo omino rosso. Regole semplici e alla portata di tutti: 1- evitare assolutamente il contatto tra essere umani, 2 – lavarsi abbondantemente le mani più volte al giorno,3- non toccarsi gli occhi, il naso e la bocca, 4 – restare a casa ed uscire esclusivamente per necessità.
Nel leggere queste semplici regole, sconfiggere quell’ignobile essere sembrava agli occhi di tutti facilissimo.
Sarebbero bastati soltanto 15/20 giorni e il problema sarebbe risolto.
Ma il dramma di questa vicenda non è solo il piccolo ‘omino rosso maledetto’, ma altri due nemici difficili da combattere: l’ignoranza e l’egoismo.
Purtroppo ognuno di noi è convinto che il piccolo omino rosso è una vicenda che non ci appartiene, lui avanza negli altri, non colpisce ne noi ne i nostri cari. Ognuno pensa di essere immune al contagio.
Non uscire? Vabbè vado solo a prendere un po’ d’aria.
Mettere la mascherina e i guanti? Quale potrebbe essere il problema se non la indosso, tanto resto a distanza dall’altra persona. Limitare di andare nei luoghi affollati? Vabbè ma comunque dobbiamo mangiare, non si può restare chiusi in casa.
Ogni semplice regola viene infranta, solo perché si ritiene superfluo rispettarla: il VIRUS non sceglierà mai me!
Ora mi chiedo e chiedo a voi: Chi saranno le migliaia e migliaia di persone che dovranno essere ancora contagiate nei prossimi giorni? Siete sicure che non saremo noi ad essere infetti? Siete ancora convinti che voi e i vostri cari sarete risparmiati? E se malauguratamente foste colpiti, e le probabilità che succeda sono altissime, pensate che avranno la possibilità di curarci in futuro? Io credo di no!
Quindi riflettete sulla strafottenza delle regole, provate ad avere un po’ più di buon senso, rispettiamo queste poche e semplici regole e potremmo essere fortunati nel raccontare ai nostri figli e ai nostri nipoti di aver vissuto una pandemia che resterà scritta nella storia.
Bellona 21.03.2020
Angelo Cristofaro

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