Annavera Viva celebra Dante
“Sarebbe auspicabile istituire una giornata, non solo Italiana ma Europea, che celebri il Poeta, importante sia per lingua italiana che per l’identità europea” è l’augurio dalla scrittrice Annavera Viva in occasione del primo Dantedì e aggiunge un grazie al lavoro instancabile della Società Dante Alighieri.
E’ il primo Dantedì di una lunga serie, sarà celebrato infatti ogni anno come oggi 25 marzo 2020, istituito in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri che ricorrerà nel 2021. Tante le iniziative messe in campo in Italia e nel mondo, ma rimandate a causa dell’emergenza coronavirus, lasciando ed ampliando solo le celebrazioni virtuali.
Un riferimento insostituibile per il mondo culturale come testimonia la scrittrice Annavera Viva: “Dante, padre della lingua italiana, patrimonio culturale dell’umanità. Come non festeggiarlo, anche se solo virtualmente. Il mio legame con il maestro risale all’infanzia, alle declamazioni della Commedia che spesso sostituivano le favole e che più di quelle m’intrigavano. Sarebbe auspicabile istituire una giornata, non solo Italiana ma Europea, che celebri il Poeta, perché egli ha un’importanza per la lingua italiana ma anche per l’identità europea, per il suo respiro ampio, per il suo incarnare l’intera cultura latina e cattolica ma in una prospettiva critica: dunque è utile riflettere sulla sua opera ma anche sul ruolo che ha avuto nella storia politica”.
E continua Annavera Viva: “Nella mia carriera di scrittrice è poi diventata una figura centrale per il feeling immediato che si è creato con le sedi della Società Dante Aligheri, fondata nel 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci e presente in Italia e nel mondo col prezioso incarico di difendere e diffondere la nostra lingua. Sono stata invitata dappertutto, dalla Sicilia al Piemonte, dall’Abruzzo alla Puglia, dalla Basilicata alla Liguria, dalla Campania all’Umbria, da Pachino a Piacenza. Sono in contatto con Mosca e San Francisco, Parigi e Madrid e altri paesi dove queste associazioni hanno creato i loro centri. Sono, infatti, in programma molti appuntamenti all’estero che mi auguro si possano mantenere. Nel corso di questi anni ho imparato ad ammirare l’impegno instancabile di donne e uomini eccezionali, di una ricchezza culturale stupefacente, impegnati in prima linea a impedire il deterioramento della lingua più bella del mondo. Ho conosciuto la fatica ammirevole di esportarla ovunque, con le loro scuole, i loro centri associativi, anche in territori spesso privi d’infrastrutture. Una fatica premiata dai risultati, l’Italiano è oggi la quarta lingua più studiata al mondo. Sono in contatto con molti dei suoi presidenti e oggi, tutti loro, vivono questa giornata con impegno e sacrificio, ma uno in particolare è sempre presente nei miei pensieri, in questo particolare momento, Il dr. Roberto Laurenzano che, a Piacenza, continua il suo lavoro in uno dei momenti più bui che la citta abbia mai conosciuto. A lui e a tutti gli altri un augurio con le parole del Sommo Poeta”.
La scrittrice nota per le i suoi gialli ambientati nel rione Sanità, Dopo Questioni di sangue, Chimere e la Cattiva Stella, sta per pubblicare, dopo l’estate l’ultimo libro della saga: l’Ebreo.
In questi giorni di riflessione forzata l’autrice è impegnata nella scrittura di un altro romanzo, quasi a voler esorcizzare la pandemia, immergendosi in un’altra avventura letteraria, molto lontana dall’attuale per epoca e luoghi. Un modo, non c’è dubbio, per trovare risposte attraverso la scrittura e la lettura, per immergersi in ricerche avvincenti e, comunque, viaggiare con la fantasia.
Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
(INF XXXIV canto)