Emetina come ANTI-VIRALE
Arcangelo Santoro – Rivalutiamo un grande dimenticato, il Dottor Antonio Fusillo (1908-1985). Forse tale atto di giustizia, sarà anche utile contro il Coronavirus.
“Qualsiasi evento storico, per quanto nefasto possa essere, è sempre posto su di una via che porta al positivo, ha sempre un significato costruttivo. » (Sant’Agostino)
Credo proprio che il nome del Dottor Antonio Fusillo riuscirà nuovo a molta gente. Da ciò che ne sappiamo (saremmo felici di sbagliarci), l’unico cenno al riguardo, reperibile su Internet, è la recensione (firmata da Gianni Tinelli, presente sul sito https://www.noci24.it/cultura/libri/4378-antonio-fusillo-il-medico-che-ha-combattuto-i-virus-ed-ha-vinto) (1) della biografia che fu pubblicata nel 2012. Recensione accompagnata dai commossi ricordi e dai commenti entusiasti di persone che furono curate da lui. Infatti, i termini che ricorrono più spesso in tali commenti sono : “Preparato, dotato di grande umanità ,infaticabile lavoratore; immensamente Umile”. Quell’anno, in tutte le edicole e le librerie di NOCI (Bari) fu possibile reperire il volume: “Antonio FUSILLO, un uomo solo contro i virus” (Litografia Carucci Editore). Si tratta d’un brillante volumetto, ardentemente voluto dai nipoti Angelica e Nicola Fusillo. Il testo ci offre una panoramica a tutto tondo su Antonio Fusillo. In particolare fa luce sui successi professionali del medico nocese. In concreto, il Dottor Antonio Fusillo che grazie allo studio ed all’uso dell’emetina, una sostanza proveniente dalla pianta dell’Ipecacuana (di cui rappresenta il c.d. “Principio ATTIVO”) , riuscì ad ottenere la guarigione di non poche persone affette da malattie virali. Ci riferiamo tanto a malanni gravi come l’epatite A, B e C e l’herpes zoster (sindrome conosciuta anche col nome di “Fuoco di Sant’Antonio”), quanto a virosi più “banali” come influenza e raffreddore. Il fascino del testo, basato sugli studi scritti in prima persona dal medico e dalle successive pubblicazioni su alcune testate giornalistiche, sta nella descrizione del raggiungimento di un traguardo: quello di prendere sul serio il lavoro di un medico-studioso. Infatti Fusillo combatterà per tutta la vita contro la burocrazia medica e l’invidia dei colleghi per vedersi riconosciuto il suo metodo di guarigione. Un riconoscimento che avverrà solo (e finalmente verrebbe da dire) nel 1984, un anno prima della sua scomparsa, quando l’Associazione inglese Anti allergia con sede a Londra, gli conferisce l’ “AAA 1984 International Clinical Ecology Competition Prize Awards”, l’equivalente della “Coppa del mondo” per la ricerca scientifica del settore antivirale. Basandosi su un appunto molto semplice (semplice per chi studia la materia quotidianamente) il dott. Antonio Fusillo, nato a Noci nel 1908, scopre che l’emetina somministrata a basse dosi è capace di debellare i virus rapidamente. Non solo, può anche espletare effetti preventivi. Egli stesso nota come la medicina convenzionale dell’epoca (anni’30-’50 del secolo XX) non contestava l’efficacia antivirale dell’emetina, ma reputava (in maniera del tutto errata) che le dosi da somministrare fossero dell’ordine di quelle comunemente usate come emetico. Ovvero centigrammi. Tale tipo di somministrazione provocava un rapido sollievo nel paziente, salvo poi procuragli disastrosi effetti collaterali (in primis, ovviamente, vomito incoercibile) che potevano portarlo addirittura alla morte, o almeno a grave debilitazione. La principale scoperta del Nostro, fu che, tali effetti indesiderati, si possono evitare (o almeno fortemente limitare) somministrando l’emetina in dosi molto inferiori, solitamente di 3 milligrammi al giorno. Fatta la scoperta e sperimentata prima sugli animali e poi su alcuni pazienti, il problema a cui ha dovuto far fronte Fusillo era come far accettare questa sorprendente intuizione al mondo della medicina. Come era giunto a tale scoperta? Non avendo ancora (“mea culpa”) letto la biografia, mi debbo affidare a ciò che mi narrò negli anni ’90 un comune amico, il Dottor Gianenrico Zaroli di Caserta. Stando a tale narrazione, il Dottor Fusillo era un medico militare, in servizio presso le truppe italiane in Etiopia. In quell’epoca l’Africa Orientale era flagellata da epidemie di vaiolo e dalla diffusione di parassiti intestinali come l’ameba. L’efficacia preventiva contro l’amebiasi dell’Ipecacuana, era ben conosciuta. I soldati italiani e le persone in contatto con loro, ricevevano, a scopo protettivo contro le parassitosi, delle cialde di Ipecacuana. Il dottor Fusillo notò che, coloro che le avevano assunte, non si ammalavano NON solo di parassiti intestinali, ma neppure di vaiolo. O, se già erano stati contagiati, guarivano rapidamente. Come fare per non incorrere negli effetti collaterali? Si mise alla ricerca di ciò che oggi si chiamerebbe “Dose Minima EFFICACE” e della via di somministrazione più consona. Trovò la dose in 3 milligrammi al giorno e, come via di somministrazione, iniezioni endovenose di fiale di 10 cc di acqua isotonica sterile, in cui erano disciolti. Ipotizzò, come meccanismo d’azione, una sorta di “effetto-tappo”. L’emetina “tapperebbe” le membrane cellulari, in modo da renderle impermeabili ai virus. Come dicevo, negli anni’90, il dottor Gianenrico Zaroli di Caserta, ha curato, applicando il “Protocollo Fusillo” (a volte con la variazione, di far assumere i 3 milligrammi per supposta, invece che per iniezione endovenosa) molti casi di Epatite virale ( in specie Epatite C). Molta gente, un po’ in tutta la Campania, ha evitato la cirrosi, grazie all’emetina. In periodo di emergenza da Coronavirus, ci sembra davvero saggio riscoprire il “Protocollo Fusillo”. Se ciò sarà fatto ci sarà un motivo in più per dire: “ Grazie, grazie grazie Dottor Fusillo”. Ed anche Grazie, grazie grazie Dottor Zaroli”. Il presente articolo è dedicato alla memoria di entrambi e da credente, non posso che chiudere anche con un appello alla preghiera per loro e contro le epidemie.