New York e la prima trasmissione televisiva
New York e la prima trasmissione televisiva. In una New York frenetica e divertente, dove cultura, arte e tanta economia e libertà si respiravano a pieni polmoni, in quella magica atmosfera in cui la giovane e audace New York diveniva nel 1930, la seconda città della terra per popolazione, balzando al primo posto per numero di abitanti, il 26 aprile 1931 si effettua la prima trasmissione televisiva sperimentale! “L’immigrazione ha raggiunto proporzioni veramente grandiose. Secondo il censimento del 1930 la città era così composta: per il 21,7% di Bianchi indigeni nati da genitori indigeni; per il 40,2% di Bianchi nati da genitori parzialmente o totalmente stranieri; per il 33,1% di Bianchi nati all’estero. Il 5% era costituito da elemento di colore. L’elemento bianco nato all’estero era, secondo il censimento del 1930, di 2.293.400 individui. Si può dire che tutte le nazionalità della terra siano rappresentate in New York”. (Treccani). Ma chi è la presentatrice Fay Marbe, che viene scelta in questo panorama in fermento? Nata il 4 febbraio 1899, a Manhattan, New York, Stati Uniti , fu attrice, ballerina, cantante. Appare in qualche film tra cui la commedia del 1929 The Talk of Hollywood. Negli anni ‘20 è impegnata in una bella tournée in Europa prima di tornare negli Stati Uniti. Si ritirò nei primi anni ’30 dalla scena. Furono anni in cui per i costi dei terreni sull’isola di Manhattan, si cominciarono a costruire edifici sempre più alti, chiamati grattacieli, skyscraper, perché sembra grattino il cielo, nome buffo che veniva utilizzato nel XVIII secolo per indicare gli alti alberi maestri che reggevano le vele nelle navi inglesi. Essi ancora oggi sono immagine simbolo della famosa città. Il più conosciuto di questi è probabilmente l’Empire State Building, costruito nel 1931, e che fino al 1973 fu il più alto del mondo. Sebbene il grattacielo indichi la tensione innata verso la modernità, il desiderio indiscusso e superbo della società che non vuole vivere a misura d’uomo, come può essere vivere in campagna o in città con un bel balcone fiorito o un incantevole giardino, un’altra idea dell’uomo, fin da Icaro, è quella di provare a raggiungere l’infinito sopra la propria testa, protraendosi verso l’alto, lasciando la paura, l’ansia verso un’emozione più grande. Come cantano i Nomadi in Sospesi tra terra e cielo: “E noi qui, sospesi tra terra e cielo pronti a spiccare il volo in un mondo senza eroi non ci arrenderemo mai…Coi piedi a terra e con gli occhi al cielo pronti per un altro volo un poco santi e un poco eroi non ci fermeremo”. Ognuno si identifica a proprio modo, nella sua identità.