Il Coisp: quanto vale la vita di un poliziotto?
Napoli. Un giovane poliziotto è stato barbaramente ucciso da un gruppo di uomini, probabilmente di etnia Rom, che pur di assicurarsi l’impunità dopo un colpo in banca, non hanno esitato a speronare una volante della Polizia di Stato.
Di commozione sono le parole del Segretario Generale Provinciale partenopeo del Sindacato di Polizia Coisp Giuseppe Raimondi che afferma: “in questo momento la sensazione è solo di immenso dolore, di grande rabbia per la morte di un giovane poliziotto che ha avuto come sua unica colpa quella di svolgere il lavoro per cui è pagato e di farlo con la massima abnegazione e senso del dovere. Queste non sono parole vuote, ma racchiudono tutta l’essenza di essere poliziotti, uomini dello Stato che pur nella consapevolezza del rischio estremo che corrono, non esitano a mettere in pericolo addirittura la propria vita per i diritti costituzionalmente preposti. Come uomo e come poliziotto, a nome mio e di tutto il Sindacato che rappresento, mi stringo forte alla famiglia ed agli amici che stanno vivendo questo terribile momento che purtroppo lascerà delle cicatrici insanabili”.
“Questo è sicuramente il momento di piangere il caro Pasquale (Apicella ndr) – prosegue sempre più duramente Raimondi – ma è anche il momento di fare delle riflessioni proprio per rendere onore all’eroe caduto ed a tutti quelli che come lui quotidianamente mettono a rischio la vita. Noi moriamo per metterli in galera, sacrifichiamo tutto, e poi dobbiamo assistere inermi a scelte, a mio parere, scriteriate che vedono delinquenti anche di grosso calibro , scarcerati e rimessi in libertà. E non mi riferisco solo ai fatti di questi giorni, ma più in generale. Le indagini chiariranno ogni aspetto, ma sembrerebbe che i tre rapinatori fossero stranieri, probabilmente già espulsi o senza requisiti per restare in Italia, ed allora perché erano ancora liberi di delinquere? Perché non erano stati già cacciati via dallo Stato? A queste parole bisogna dare risposte, Pasquale lo merita e lo meritiamo tutti noi uomini e donne in divisa e tutti gli onesti cittadini che oggi siamo tutti Pasquale”.
“Il Coisp – conclude il leader provinciale – valuterà di costituirsi parte civile nel processo contro gli assassini del collega, non mollerà la presa finché non sarà sancita la loro condanna più grave possibile restando poi molto attento a che la pena comminata sia esecutiva ed eseguita esclusivamente con la permanenza in carcere, anche perchè solo qualche giorno fa solo per miracolo non abbiamo registrato altri morti quando con la medesima dinamica dello speronamento, altri due colleghi sono rimasti feriti. Ci chiediamo, quanto vale la vita di un Poliziotto?
Questo non è desiderio di vendetta ma assolutamente richiesta di giustizia”.
Riposa in pace caro Pasquale”.