Il ducato delle Due Sicilie in replica all’elemosina dello Stato
Di solito le rivoluzioni nascono da situazioni inaspettate, da momenti quasi anonimi: ero a Spalato quella domenica, quando si giocava Hujduk – Partizan, a godermi le gesta di Alan Boksic, era intuibile che quella partita non era solo di calcio, poi arrivò Arcan …; cominciò così anche in Irlanda, durante una parata Irish, quando dei paracadutisti inglesi spararono su una folla festante, per far scattare definitivamente la scintilla dei Troubles feniani; azioni rivoluzionarie come lo è stata quella del sindaco Enrico Fratangelo di Castellino del Biferno, in provincia di Campobasso, che riproponendo il modello del Regno delle due Sicilie, a cui apparteneva per l’appunto il Comune molisano, ha stampato i propri ducati con tanto di stemma borbonico; questo atto può riaccendere i sopiti spiriti di un popolo di briganti, perché le grandi rivoluzioni cominciano dalle piccole cose e ci auguriamo che sia giunto il momento anche per noialtri.
Il sindaco in questione, già noto per avere cancellato dalla toponomastica i nomi di coloro che, in molti, ritengono siano stati carnefici del popolo duosiciliano, ha stampato i “ducati” perché i fondi dati dal governo erano insufficienti. Il valore? Un ducato è pari a un euro
Questo guardare al passato per superare la crisi del presente è uno modello da seguire a nostro sommesso avviso, vi lascio immaginare se, dopo questo gesto di un Comune di mille anime, cominciassero a fare la stessa cosa i primi cittadini di Comuni con più ampia popolazione. Altro che rivoluzione!
Per la cronaca sottolineiamo che il sindaco Fratangelo, dando il via alla stampa di una moneta autoctona che ricalca in pieno i ducati che veniva utilizzati nel Regno delle Due Sicilie ha ridato linfa a quel “fiume carsico” dei duosiciliani che muove da anni in attesa del risveglio.
L’ indicazione proposta e attuata da Enrico Fratangelo, che amministra la cittadina che conta poco più di 550 persone è rivoluzionaria e semplice allo stesso tempo. Naturalmente l’azione posta in essere non è frutto di considerazione ma una risposta ai pochi spiccioli arrivati dallo Stato, da adibire a buoni spesa, che come capita spesso dalle nostre parti sono stati del tutto insufficienti.
“I ducati che circoleranno all’interno del Comune di Castellino del Biferno, saranno stampati e plastificati. Per il momento sono state realizzate solo banconote, ma presto il tutto sarà corredato anche da monete. Il valore è molto semplice: un ducato equivale a un euro. Su di esse sono stampate varie effige: si va dai paesaggi molisani, passando per il volto dei Santi (da Padre Pio alla Madonna), fino ad arrivare a quelle con il viso del primo cittadino in carica.”
«La gente può fare la spesa poi l’amministrazione ne controlla la veridicità – ha detto Enrico Fratangelo nella sua intervista rilasciata a Mattino Cinque (su Canale 5) -. Abbiamo stampato moneta secondo le possibilità economiche del Comune, il fondo dei buoni spesa stanziato dal governo non era sufficiente». Il primo cittadino di Castellino del Biferno ha dichiarato che lo Stato abbia inviato al suo comune – nell’ambito dei fondi da trasformare in buoni pasto – poco più di 5mila euro (esattamente sono 5.509,49 euro, come indicato nella tabella della redistribuzione). Fondi ritenuti insufficienti per aiutare i cittadini.”
Per questo motivo, Fratangelo ha sfruttato una norma inserita nel Testo unico degli Enti locali e ha iniziato a stampare i suoi ducati. E le attività commerciali del piccolo Comune in provincia di Campobasso hanno appoggiato questa sua proposta.
Da sottolineare tra le altre azioni identitarie di Fratangelo una su tutte, sono oramai due anni che il sindaco di Castellino sul Biferno utilizza lo stemma borbonico per gli atti ufficiali del comune molisano.
Quando cominciano gli strali delle istituzioni italiani? Quando a Castellino del Biferno si sta realizzando un progetto di moneta alternativa, il ducato, per aiutare i più bisognosi.
A tale proposito i CDS stanno organizzando, per agosto a Civitella del Tronto, una serata per gratificare il coraggio di questo sindaco e di altri suoi colleghi, in prima linea nei comuni del sud.
“La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza”.