Gli studenti fuoricorso: categoria dimenticata dalla regione Campania?

“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
Quelle che state leggendo, sono le parole dell’articolo 34 riportato nella Costituzione italiana.
Prima di scendere nel dettaglio della questione, facciamo un passo indietro nel tempo. Nell’immediato dopoguerra, il grado di analfabetismo toccava cifre piuttosto spaventose. Gran parte della popolazione italiana non sapeva né leggere né scrivere. L’istruzione era considerata un lusso per pochi, che escludeva famiglie indigenti e bisognose, che non avevano i mezzi necessari per sostenere le spese legate al mondo dell’istruzione.
Proprio per questo i Padri costituenti della nostra Carta costituzionale hanno sentito l’esigenza di portare in vita l’articolo 34, al fine di far ottenere a tutti i cittadini un adeguato livello d’istruzione, tale da permettere uno stile di vita dignitoso e giusto.
Oggi le cose sono cambiate?
Certamente non assistiamo più a scene in cui le persone non sanno né leggere né scrivere, ma la questione è critica per quanto riguarda i mezzi messi a disposizione degli studenti, universitari soprattutto, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo negli ultimi mesi.
Voglio portare alla vostra attenzione un provvedimento adottato nei giorni scorsi dalla regione Campania “a favore” degli studenti campani: indennità unatantum di duecentocinquanta euro per l’acquisto di materiale informatico per seguire la didattica a distanza a seguito del Covid-19.
Fin qui tutto normale e lodevole, starete pensando. Ciò che rende questa iniziativa, apparentemente equa, ma in realtà ingiusta, è l’esclusione degli studenti fuoricorso di tutti gli atenei campani.
Ci siamo davvero chiesti chi sia veramente uno studente fuoricorso?
Quando sentiamo un’espressione del genere è facile pensare ad un soggetto che non studia o che non mostri costante impegno nello studio. Le cose non stanno esattamente così. Molti che appartengono a questa categoria non hanno certo scelto di essere fuoricorso, ma una serie di eventi non ha permesso loro di concludere il percorso di studi intrapreso nei tempi previsti. Basti pensare agli studenti lavoratori che compiono sacrifici per pagare le tasse universitarie, che tra l’altro aumentano di anno in anno, gravando sulle proprie spalle e sulle loro famiglie. Proprio per questo è giusto chiedersi: perché non tutelare l’intera categoria studentesca e non solo una parte di essa? Se il diritto allo studio è garantito a tutti, perché non aiutare uno studente fuoricorso a sostenere le spese relative all’acquisto del materiale didattico?
Alcuni di voi parleranno di merito. Sicuramente sono da apprezzare coloro che riescono a concludere gli studi in tempo, ma diamo giusto merito anche a coloro che molto spesso vengono dimenticati dall’ordinamento studentesco, i fuoricorso.
Questo non vuole essere una battaglia di contrasto tra categorie studentesche ma una riflessione per poter rendere effettivo e concreto un diritto allo studio garantito a tutti gli studenti, e non semplicemente ad una parte di essi.

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