Il Patto Briand-Kellog
Pietre miliari del Diritto internazionale sono i trattati multilaterali come il Patto Briand-Kellog, il Codice di Norimberga e la Carta delle Nazioni Unite. Insieme a tali colonne miliari desidero menzionare anche la Conferenza di Dumbarton Oaks, congresso svoltosi nella capitale statunitense che gettò le premesse per l’ONU. Il Patto Briand-Kellog, conosciuto anche come Patto di Parigi, è stato firmato nella capitale francese il 27 agosto 1928 ed ha avuto vigenza operativa dal 24 luglio 1929: lo scopo del cosiddetto “Trattato di rinuncia alla guerra” era quello di abrogare gli scontri armati come ultima soluzione nella politica delle relazioni internazionali. Aristide Briand e Frank Kellog, il Ministro degli Esteri d’Oltralpe e il Segretario di Stato americano, formularono un accordo aperto anche ad altri Paesi. Tale patto sanciva che gli Stati firmatari si sarebbero impegnati a disapprovare la guerra come soluzione a discordie sopranazionali, di ricusarla come modalità istituzionale nei rapporti governativi, e di cercare alternative ad eventuali disaccordi futuri in comune e pacifico consenso. Il fondamento del Diritto alla guerra era dunque stato minato e gli Stati firmatari si prefiggevano altre soluzioni al di là del conflitto armato. L’anno precedente alla sua ratifica il capo del dicastero francese lanciò l’idea di un accordo di non aggressione con gli Stati Uniti. Kellog accettò, ma prospettò un concordato a più parti che privasse della condizione di legittimità della guerra come soluzione conforme alla Legge nel rispetto dello jus majestatis (diritto di maestà) dello Stato. Purtroppo l’intesa raggiunta si dimostrò non efficace per una serie di ragioni: in primo luogo il negoziato non prevedeva misure punitive per l’inadempienza e l’inosservanza di ciò che era stato sancito. Ancora, il rifiuto alla lotta armata riguardava solo gli Stati sottoscrittori del negoziato e conseguentemente il patto non aveva validità con le Nazioni non firmatarie dell’intesa. Da ultimo, la stigmatizzazione della guerra come soluzione a discordie internazionali non ha incluso l’azione di autotutela della rappresaglia o il concetto di legittima difesa considerata quale “causa di giustificazione” e lecita in quanto principio del Diritto consuetudinario. Grazie al Patto Briand-Kellog il Tribunale Internazionale Militare, incaricato di pronunciarsi contro le barbarie naziste all’indomani del secondo conflitto mondiale, poté giudicare “crimine internazionale” la condotta della Germania, in quanto Stato firmatario del “Trattato di rinuncia alla guerra”.