La rivoluzione di Niccolò Copernico: l’eliocentrismo
477 anni fa, il 24 maggio 1543, moriva Niccolò Copernico, uno degli scienziati che più ha rivoluzionato la storia della scienza modernamente intesa, scrivendo il trattato De revolutionibus orbium coelestium (in italiano, Sulle rivoluzioni delle sfere celesti). L’opera è dedicata al Papa Paolo III ed è divisa in sei libri:
Il primo libro contiene una visione generale della teoria eliocentrica, ed è scritto in modo più semplice rispetto agli altri.
Il secondo libro è teoretico e descrive i principi dell’astronomia delle sfere ed una lista di stelle, come basi per gli argomenti sviluppati nelle parti seguenti.
Il terzo libro è dedicato ai movimenti apparenti del Sole ed ai fenomeni ad essi correlati.
Il quarto libro presenta una descrizione della Luna e dei suoi movimenti orbitali.
Il quinto ed il sesto libro contengono la concreta esposizione del nuovo sistema.
Nell’opera ritroviamo le indicazioni che fanno parte ancora oggi della teoria astronomica legata all’ordine dei pianeti: la Terra non è il centro dell’Universo, non esiste un solo punto in cui orbitano tutti i corpi celesti, i movimenti del Sole durante il dì non dipendono da esso, ma dalla rotazione della Terra intorno al Sole e intorno a se stessa. Nelle sue teorie egli commise anche qualche errore, ipotizzando, ad esempio, che le orbite dei pianeti fossero circolari, non ellittiche come sappiamo oggi grazie a Keplero.
Le sue teorie erano in netta contrapposizione con la teoria geocentrica predominante all’epoca, la quale prevedeva, invece, che fosse la Terra il centro di tutto il sistema celeste. Difatti, temendo la Chiesa e gli ambienti accademici a essa molto contigui, Niccolò Copernico evitò in vita di assumere comportamenti rivoluzionari o di netta chiusura con le teorie del passato. Nonostante ciò, il suo lavoro fu fondamentale per poter abolire le teorie del sistema tolemaico e per permettere agli scienziati successivi di perfezionare e ufficializzare i principi del sistema che oggi noi chiamiamo “copernicano”.
«E in mezzo a tutto sta il Sole. Chi, infatti, in tale splendido tempio [l’universo], disporrebbe questa lampada in un altro posto o in un posto migliore, da cui poter illuminare contemporaneamente ogni cosa? Non a sproposito quindi taluni lo chiamano lucerna del mondo, altri mente, altri regolatore. Trismegisto lo definisce il dio visibile, l’Elettra di Sofocle colui che vede tutte le cose. Così il Sole, sedendo in verità come su un trono regale, governa la famiglia degli astri che gli fa da corona.»