Violenza sugli operatori sanitari uno spiraglio all’orizzonte

La Presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta Maria Erminia Bottiglieri commenta l’approvazione da parte della Camera del Ddl sulla violenza agli operatori sanitari. Queste le sue parole:
«Stiamo seguendo da tempo e in maniera costante la problematica relativa alla violenza sugli operatori sanitari che, purtroppo, non si è arrestata neanche in un momento così difficile per la professione medica come quello che si sta vivendo per l’emergenza coronavirus.
Il 21 maggio il Ddl sulla violenza è stato approvato all’unanimità alla Camera dei Deputati e ora passa, come da iter legislativo, di nuovo al Senato per l’approvazione definitiva. È stato un percorso lungo, iniziato con il ministro Lorenzin, per passare al ministro Grillo e approdare al ministro Speranza, ma è quasi finita. Ci sono state anche variazioni nel corso del tempo. Diversi i punti salienti. Il primo è la modifica dell’articolo 583-quater del codice penale, per cui vengono riconosciute le tutele come procedibilità di ufficio e aggravio delle pene per chi aggredisce un operatore sanitario ma senza la qualifica di pubblico ufficiale. C’è l’istituzione della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”. Si costituisce un Osservatorio Nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, con compiti di monitoraggio e di ricerca, che sarà formato per il 50% da rappresentanti donne. Sono state innalzate le sanzioni amministrative con multe tra i 500 e i 5mila euro per chi tiene “condotte offensive o moleste” verso medici e personale sanitari.
Condivido quanto è stato realizzato, ma il riconoscimento di pubblico ufficiale avrebbe rappresentato una ulteriore tutela. Ho apprezzato molto che nell’Osservatorio ci sarà un’adeguata rappresentanza di donne e ciò è in linea con il fatto che la maggioranza delle aggressioni si verificano sul sesso femminile. Bene l’innalzamento delle sanzioni, ma dobbiamo sensibilizzare i colleghi a denunciare anche le violenze verbali che, dalle survey condotte a livello nazionale, sono prevalenti e quotidiane. L’Osservatorio, inoltre, dovrà verificare e monitorare se i luoghi di lavoro rispettano i criteri di sicurezza nel rispetto della legge che, pur esistendo da tempo (legge 81/08), non è completamente applicata.
Utilizzando un linguaggio squisitamente medico, diciamo che ci stiamo avviando al trattamento della violenza ma, come in tutte le malattie, è molto importante la prevenzione. E mi riferisco alle cause che sottendono al fenomeno. Prima fra tutte, la perdita della relazione medico-paziente, dell’alleanza terapeutica, dell’empatia che un tempo rappresentavano la base della cura. Non possiamo qui analizzare perché le caratteristiche di questo rapporto siano cambiate, ma attualmente vediamo i pazienti e i medici non più combattere insieme, bensì l’uno contro l’altro. Ma dobbiamo lavorare per recuperare il rispetto reciproco.
Continuerò a seguire e a lavorare a tutto tondo sulla problematica sia a livello provinciale che nazionale nel mio ruolo di referente dell’Area Strategica della Professione e componente del Gruppo di lavoro nazionale sulla Violenza».

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