Ugo Grozio, Francis Lieber e Ferdinando Palasciano: i pionieri del Diritto Internazionale Umanitario
Prima dell’avvento del Diritto Internazionale Umanitario la condotta dei belligeranti era incentrata su quelle consuetudini che avevano dettato “regole non scritte” di comportamento. La stesura dei cosiddetti “cartelli” aprì una fase successiva. Due erano i limiti principali: barriere cronotopiche, cioè ostacoli spazio-temporali dell’applicabilità delle regole ivi contenute, e condizionamenti dettati dall’hic et nunc (qui e ora), cioè dalla soggettività degli eventi dipendenti dal momento storico, da complessi culturali, da assunti della condotta dell’uomo. Tra i pionieri del DIU ricordiamo nomi come Ugo Grozio, Francis Lieber e Ferdinando Palasciano. Ugo Grozio nacque a Delft, nei Paesi Bassi, il 10 aprile 1583. Definito dal filosofo sassone Samuel von Pufendorf come istitutore della “Scuola del Diritto naturale” nell’opera dal titolo De iure belli ac pacis (Il diritto della guerra e della pace) del 1625, Grozio contrasta l’uso della forza e pone come valida opzione l’insieme sistematico delle norme del Diritto, nel quale esiste sicurezza, evidenza e certezza, in base alla dottrina del giusnaturalismo. Il filosofo nederlandese viene considerato il Padre del Diritto delle genti, ossia di quell’insieme di regole che disciplinano il complesso dei rapporti reciproci tra le Nazioni e che regolano i legami tra gli Stati e la comunità internazionale. Francis Lieber nacque a Berlino il 18 marzo 1800. Il giurista fu l’artefice del cosiddetto Codice Lieber, formulario in uso durante gli scontri tra la Confederazione e l’Unione statunitense nella guerra civile a cavallo degli anni 1861 e 1865. Il General Order Number 100 (Numero d’Ordine Generale 100) era parte delle norme di comportamento conformi alla Legge in dotazione al Federal Army americano. Il Codice Lieber affonda a sua volta le radici nelle idee di reminiscenza devattelliana, Emeric de Vattel, giurista svizzero e consigliere del Re di Polonia Augusto III; a lui si deve il volume Le droit des gens, ou Principes de la loi naturelle (Diritto internazionale, o principi di diritto naturale), dato alle stampe nel 1758. Il testo tratta del Diritto naturale, dei poteri monarchici e dei comportamenti consoni delle Nazioni in guerra, stabilendo per queste ultime responsabilità, oneri, doveri e vincoli. Ferdinando Palasciano nacque a Capua, in provincia di Caserta, il 13 giugno 1815. Ufficiale dell’Esercito delle Due Sicilie, fu di stanza a Messina durante la Rivoluzione siciliana del 1848 a seguito dell’insurrezione antiborbonica dell’anno precedente. Il Principe di Satriano, Generale Carlo Filangieri, capo della spedizione di Sicilia (1848-1849) al comando di Ferdinando II, impartì prescrizioni intransigenti e ordini rigorosi vietando ai sanitari dell’Esercito delle Due Sicilie di assistere e curare i compatrioti colpiti durate gli scontri. Palasciano trasgredì agli ordini e si prodigò ad assistere e curare la controparte nemica ferita nelle operazioni belliche. Per questo fu condannato a morte, e si difese giustificando il suo operato puntando sulla sacralità del compito del medico, considerata più elevata degli obblighi derivanti dallo status di coscritto: l’intervento del Re Ferdinando di Borbone permise la sospensione della pena capitale. Palasciano morì a Napoli il 28 novembre 1891.