Martedì in aula torna il digestore anaerobico
Finalmente, martedì mattina la discussione sulla nuova ipotesi di localizzazione del digestore anaerobico potrebbe approdare in aula consiliare, grazie ad una interrogazione presentata dal gruppo consiliare Speranza per Caserta. “Il condizionale è d’obbligo – precisa il consigliere di Apperti – poiché lo svolgimento dei lavori del Consiglio Comunale di Caserta è sempre imprevedibile, tra sedute saltate o sospese per mancanza del numero legale, ordini del giorno invertiti, accumulo di punti all’ordine del giorno da smaltire”.
Infatti, tra le ben quattordici interrogazioni in elenco per la seduta di martedì, ce ne sono alcune del consigliere Mario Russo risalenti addirittura a giugno 2019, e varie altre ai primi mesi del 2020. “Passano gli anni ma la musica è sempre la stessa – commenta la capogruppo Norma Naim – in aula si va raramente, quasi sempre soltanto quando la maggioranza ha qualcosa di importante o urgente da approvare, le istanze si accumulano e l’opposizione non può svolgere il proprio lavoro con efficacia. Di tutto questo il Prefetto di Caserta è stato costantemente informato”.
Ma tornando all’interrogazione sul digestore, i consiglieri sperano che sia fatta chiarezza sull’iter procedurale: “Come è noto – spiega Apperti – da anni le amministrazioni che si succedono stanno cercando disperatamente un angolino del nostro territorio comunale per piazzarci questo mega impianto per lo smaltimento dei rifiuti umidi. Tra ipotesi e studi di fattibilità, si è passati da Lo Uttaro, a Gradilli, a Ponteselice fino all’ultima località individuata, “Casa Mastellone” in zona Garzano, per la quale si è conferito l’ennesimo incarico di circa 40mila euro ad un professionista per la riperimetrazione delle aree a rischio idrogeologico. Ricordiamo che una cifra simile era stata impegnata a favore di “Athena srl”, nel 2017, per studiare la fattibilità del medesimo impianto in zona ASI a Ponteselice, sito a cui si riferisce anche la gara bandita successivamente per la progettazione dell’impianto, aggiudicata definitivamente ad ottobre 2018 alla RTI Tecnosistem SpA per oltre 700mila euro. Insomma – conclude Apperti – una babele amministrativa, una cortina di fumo che questa amministrazione sta provando ad alzare per nascondere quella che secondo noi, e secondo tantissimi cittadini casertani, è l’unica verità: un impianto di questo tipo, e di queste dimensioni, sul territorio comunale di Caserta semplicemente non può essere realizzato”.