Gli artisti della Canzone Italiana riuniti nella Festa #senzamusica del 21 Giugno 2020
“Senza la Musica la vita sarebbe un errore” (F. Nietzsche). Nella Musica lavorano in tanti, non solo i musicisti ed i cantanti. La Musica fa cultura, educa, emoziona, intrattiene, e se non bastasse, produce economie importanti (il solo comparto Cultura fa il 16% del PIL), dando lavoro a decine di migliaia di persone che oggi, causa Covid, rischiano di restare a casa. Sappiamo che ci sono delle proposte di emendamento al DL Rilancio che ci riguardano. Chiediamo alla politica che non le ignori, adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano per il bene della Musica”. Quelle appena riportate sono le parole pronunciate dal cantante di fama nazionale, Vasco Rossi, sul suo account Instagram alla vigilia di un evento musicale importante, nonché la Festa della Musica. Proprio quest’anno per gli eventi del Covid-19, che si sono susseguiti, si è deciso di adottare un hastag che sta spopolando sul web: Festa #senzamusica. La pandemia mondiale che ha afflitto l’intero pianeta da diversi mesi, diffondendosi tragicamente in tutte le parti del mondo, ha rivoluzionato i diversi settori della nostra vita, incidendo negativamente soprattutto su quello della musica. Pensiamo ai tantissimi concerti annullati in stadi, arene e auditorium. Il problema che vale la pena analizzare non è il concerto in sé, quanto i diversi lavoratori e tecnici che fanno parte degli staff dei diversi artisti, costretti a restare a casa e non protetti e tutelati dall’ordinamento, soprattutto economicamente. Non la pensano diversamente altri artisti come Ermal Meta e Jovanotti che dai loro profili Instagram fanno sentire la loro opinione. Ermal Meta afferma: “21 giugno festa #senzamusica questo è un lavoro e non solo per chi lo svolge con un microfono in mano, ma per tutti quelli che intorno ad un palco svolgono attività fondamentali che non si vedono. Sono migliaia di lavoratori senza i quali i concerti non sarebbero possibili. Chiediamo al governo di riconoscere queste posizioni professionali e a dare lo stesso sostegno che è stato riconosciuto ad altri settori nell’era post Covid. La cultura è memoria storica e la musica ne è una parte fondamentale”. Invece Jovanotti scrive dal suo account social: “Mi sembra superfluo dire che si tratta di chiedere attenzione istituzionale non per me ma per la stragrande maggioranza delle persone coinvolte nell’industria musicale che operano in mille settori dietro le quinte (nei grandi, medi, piccoli e piccolissimi eventi che vanno dagli stadi alle feste di paese ai bar e ai locali dove si fa musica coi giradischi o live)”. Da questo comprendiamo come la situazione non sia delle migliori in un settore che è ritenuto fondamentale per lo sviluppo dell’economia. Quelle riportate sono soltanto alcune delle opinioni espresse da alcuni cantanti ed interpreti, dal momento che si sono espressi gran parte di questi: Emma, Nek, Laura Pausini, Irene Grandi e tantissimi altri. Tutti gli artisti chiedono il riconoscimento della loro posizione di lavoratori in quanto quest’ultimi non si esibiscono semplicemente durante le diverse perfomances guadagnandosi successo e fama, ma permettono a tantissimi altri esperti del settore dell’industria musicale di lavorare e rendere uno show spettacolare. Speriamo quanto prima di poter tornare a cantare nuovamente in piazza tutti insieme e non dai balconi di casa nostra.