L’ultimo sguardo all’Inghilterra

Il pittore Ford Madox Brown nacque in Francia nel 1821, ma la sua formazione artistica fu di stampo europeo: viaggiò molto e nella Città Eterna ebbe modo di incontrare l’entourage dei “Nazareni”, pittori antiaccademici alemanni del movimento Romantico; inoltre, in Inghilterra, ebbe contatti con la “Confraternita dei Preraffaelliti”, il sodalizio dell’età vittoriana inglese che si contrapponeva ai canoni dell’Arte accademica del celeberrimo Maestro urbinate del Rinascimento: nei loro dipinti, tra l’altro, il mesto rimpianto di ciò che è stato, il ricordo del tempo trascorso, la reminiscenza elegiaca dell’ethos, il fenomeno sociale dell’emigrazione e l’esercizio del lavoro. Brown si ispirò artisticamente al pittore inglese William Hogarth, maestro incisore che operò nel XVIII secolo: l’artiere di Calais unisce così nei suoi dipinti traslati simbolici e figurali insieme a valori etici, a conflitti psicologici e introspettivi, e a eventi di storia narrativa. “L’ultimo sguardo all’Inghilterra”, un suo olio su tela dipinto a metà del 1800, è conservato nella Contea delle West Midlands del Regno Unito, presso il Museo e Galleria d’Arte di Birmingham: i flussi migratori transatlantici ebbero picchi altissimi nel XIX secolo, e l’emigrazione dello scultore britannico Thomas Woolner per il Commonwealth dell’Australia offrì lo spunto per l’empito creativo dell’opera. I protagonisti de “L’ultimo sguardo all’Inghilterra” sono una coppia di coniugi imbarcati su una nave che si sta dirigendo lontano dall’arcipelago britannico, ed è plausibile che siano lo stesso Brown e sua moglie Emma: il mare è mosso, le onde increspate, il cielo plumbeo, i cirri minacciosi e sullo sfondo si intravedono le White Cliffs of Dover, le bianche scogliere del sud-est inglese, confine ideale tra presente e passato. Lo studio dei dettagli è meticoloso e accurato, come si evince dai personaggi dipinti in secondo piano e dalle derrate alimentari necessarie per la lunga traversata appese alla rete protettiva dell’imbarcazione. Una bambina, verosimilmente Catherine, la figlia dell’artista, fa capolino alle loro spalle. I volti della coppia sono eloquenti, non si evince alcun rimpianto, mentre nell’aria vibra un assordante silenzio ed un coraggioso sussiego: il marito è accigliato e preoccupato, la moglie è pensierosa, ma entrambi sono pervasi e mossi dall’idea del riscatto personale. Le mani si stringono reciprocamente e tutt’e due sanno di poter contare l’uno sull’altra. Il milieu che si evince dalla foggia dei vestiti è quello della piccola borghesia, oppressa al tempo dallo stato di necessità e ristrettezza: l’uomo veste un pesante paltò color castano e un cappello marrone a falde larghe, mentre la donna una mantella in grisaglia di lana con cappuccio, dal quale fuoriesce una sciarpetta rossastra annodata mossa dal vento. La mano destra della signora indossa un guanto marrone e stringe la mano destra scoperta dell’uomo, che con la sinistra, nascosta nel cappotto, regge un ombrello per riparare entrambi dalla pioggia e dagli zampilli delle onde marine.

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