Focolai di salmonella in 31 Stati: è allarme. Gli esperti collegano l’origine dei focolai alle cipolle rosse
Non solo coronavirus: in America c’è un’altra epidemia che sta preoccupando le autorità sanitarie: la salmonella. Un focolaio è spuntato in Pennsylvania e si è allargato a 30 stati confederati, facendo ammalare 400 persone. Anche in Canada è scattata l’allerta: l’Agenzia di Sanità Pubblica ha avvisato di star indagando su un focolaio di infezioni da Salmonella che si sono verificati in 5 province del Paese. Secondo gli ultimi dati aggiornati dei centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), sono stati segnalati 396 casi, di cui 60 persone sono state ricoverate in ospedale e finora non sono stati riportati decessi. “Questo focolaio si sta allargando rapidamente”, ha dichiarato il CDC. Tuttavia è stata identificata l’origine dell’infezione ed una società con sede a Bakersfield, in California, è la probabile fonte delle cipolle potenzialmente contaminate, secondo la Food and Drug Administration. La salmonella si trasmette tramite ingestione di cibi o acqua contaminata (gli alimenti più a rischio sono carne e pesce crudi, verdura e insalata) o tramite contatto, toccando piccoli animali, oggetti e superfici infetti. I sintomi dell’infezione da salmonella, che includono vomito, diarrea, febbre, mal di testa, crampi allo stomaco, in genere iniziano da 6 ore a 6 giorni dopo aver contratto il batterio e possono durare fino a una settimana. Dalla salmonella generalmente si guarisce in pochi giorni con l’aiuto di antibiotici ma in rari casi l’infezione può essere fatale, specie nei soggetti più deboli come bambini piccoli e anziani. A rischio gli altri paesi che hanno legami commerciali con gli USA? Al momento il ministero della Salute italiano non ha rilasciato informazioni. Intanto, riguardo alla situazione, ancora in evoluzione, si attendono nuovi aggiornamenti nel corso dei prossimi giorni da parte delle autorità competenti. Nell’ottica d’informazione quotidiana ai consumatori in materia di allerte alimentari, si ricorda che la procedura di richiamo non riguarda il mercato italiano. In ogni caso sono tanti i viaggiatori che rientrando dalle vacanze nei paesi interessati dal richiamo e che potrebbero avere consumato il prodotto in questione.