Cocco con Salmonella. RASFF: ‘Unità da distruggere’. Attenzione a quello venduto sulle spiagge
Nelle scorse ore un provvedimento di richiamo alimentare che riguarda un prodotto commercializzato anche in Italia è stato diramato dal RASFF. Il Sistema Rapido di Allerta Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi diffonde numerose notifiche riguardo a problematiche anche gravi relative alla sicurezza legata dalla assunzione di cibo. Come più volte abbiamo evidenziato l’ente europeo agisce con tempestività in tutto il territorio della Unione e per quanto riguarda l’Italia è stata segnalata la presenza di un dannoso “corpo estraneo” all’interno di un alimento molto diffuso nel periodo estivo. Si tratta di cocco, che però presenterebbe una contaminazione dal batterio che causa la Salmonella. L’allarme legato a questo richiamo alimentare è definito “serio” dal RASFF, che ha ordinato la immediata distruzione di tutte le unità interessate da questa problematica. Il cocco contaminato è importato e confezionato proprio nel nostro Paese ed in Olanda e viene commercializzato non solo in queste nazioni ed anche in Spagna ma non è dato sapere quali siano l’azienda/e interessata/e. L’allerta del RASFF è arrivata prima che le unità del lotto che presentava tale problematica giungessero nei supermercati e nei negozi di alimentari all’interno del quale il cocco in questione viene normalmente distribuito. È noto che consumare cibo contaminato dal batterio che causa la Salmonella può essere pericoloso per la salute. Normalmente possono insorgere delle intossicazioni alimentari più o meno gravi, che nei casi più comuni comportano dei sintomi quali nausea, vomito e mal di stomaco. A volte già un’ora dopo l’assunzione. Nelle situazioni più gravi può rendersi necessario anche il ricovero in ospedale. Fortuna ha voluto però che il prodotto non fosse stato già commercializzato. Si pensi al “cocco bello, cocco fresco” sulle nostre spiagge, un must di ogni estate, venduto in ogni località turistica spesso in condizioni a dir poco antigieniche. Il richiamo segnalato oggi, quindi, dovrebbe farci riflettere sul fatto che forse è bene pretendere una maggiore attenzione anche da parte di tutti quei venditori che lo continuano a commercializzare senza la benché minima accortezza verso la nostra salute perché si sa che non basta una “sciacquata” con un po’ d’acqua fresca per ripulirlo da questo tipo di batteri.