“Il Coronavirus è una bufala”. Scritta choc davanti allo stadio di Macerata Campania
Chiunque l’abbia scritto o ha molto tempo libero o evidentemente risente delle alte temperature di questi giorni d’agosto. Fatto sta che qualcuno ha avuto tempo e voglia di scrivere su un lungo muro di Macerata Campania, popoloso centro in provincia di Caserta, la frase “Il Coronavirus è una bufala”. Una sciocchezza, una provocazione di cui nessuno sentiva la mancanza e sicuramente frutto di un clima di minimizzazione della pandemia Covid-19 presente soprattutto in quelle zone della Campania che non hanno dovuto piangere morti come il resto d’Italia e pensano che sia accaduto perché semplicemente il virus non è altro che «qualcosa in più di una influenza», evidenza smentita da tutto il mondo scientifico e dai fatti.
Il sindaco di Macerata Campania, Stefano Antonio Cioffi, ha avuto parole dure per questa fesseria messa nero su bianco (peraltro imbrattando una facciata pubblica).
In queste ore sul muro di recinzione del nostro stadio comunale è apparsa una scritta ad opera di ignoti che etichettava il Covid come un falso storico: niente di tutto questo. Per questo motivo l’invito a tutta la cittadinanza è a riflettere e soprattutto rivedere alcuni atteggiamenti pubblici contrari alle norme di prevenzione. In particolare mi rivolgo ai giovani affinché possano vivere momenti di condivisione ma con la giusta cautela. In queste settimane proprio i ragazzi sono diventati, anche se con scarsa consapevolezza, veicoli di trasmissione e l’ormai prossimo inizio delle attività scolastiche potrebbe ulteriormente amplificare questo processo.
Intanto come amministratori ci accingiamo a vivere le ultime settimane di impegno alla guida della nostra comunità in vista del rinnovo dell’assise comunale.
In diversi casi i complessi meccanismi burocratici non hanno ancora consentito la partenza dei lavori ma la certezza, testimoniata dai fatti, è che il monte delle risorse incamerate in questo quinquennio ha raggiunto una quota mai registrata prima nel corso degli anni di vita comunitaria. Ciò ci ha permesso di evitare l’accensione di mutui, che probabilmente avrebbero rappresentato la via più semplice e immediata, ma che avrebbero gravato fortemente sul bilancio comunale e nessuno può dimostrare il contrario.