Gli spettatori del bullismo!
Il comportamento aggressivo, prepotente e dominante di un soggetto nei confronti di chi non è in grado di difendersi è quanto di più aberrante possa esistere al mondo.
Tale comportamento ripugnante chiamato ‘bullismo’ è sempre esistito; non c’è tempo o epoca storica che sia rimasta immune da tali vicende.
Il bullismo è un fenomeno allarmante che colpisce tutti, piccoli e grandi.
Esso può manifestarsi in vari modi e cioè: nella forma fisica; verbale; relazionale e nella forma del cyberbullismo. In qualunque veste si presenti, il bullismo rimane sempre un comportamento deprecabile.
Indubbiamente, la fascia di età maggiormente colpita – ma non l’unica e meno importante – è quella preadolescenziale e adolescenziale.
Nel 1993, lo psicologo norvegese Dan Olweus – tra i primi studiosi a livello internazionale ad essersi occupato in maniera approfondita del fenomeno del bullismo – ha detto che “uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. Un’azione viene definita offensiva quando una persona infligge intenzionalmente o arreca un danno o un disagio a un’altra” (Così OLWEUS, D. (1993), Bullying at school. What we know and what we can do. Oxford, Blackwell Publishers).
Come già evidenziato in un precedente articolo, la naturale e ovvia conseguenza delle condotte bullizzanti è un danno per l’autostima della vittima che può permanere nel tempo e può causare un suo progressivo abbandono – senza averlo scelto – dagli ambienti irrinunciabili per la sua vita e la sua crescita; si pensi agli ambienti scolastici, sportivi e sociali.
Quando si verificano episodi di bullismo si tende, solitamente, a considerare soltanto i principali attori della vicenda: “i bulli e la vittima”.
Il bullo è colui che attua, consapevolmente e intenzionalmente, comportamenti violenti fisicamente e/o psicologicamente.
La vittima è colei che subisce tali atteggiamenti senza essere in grado di difendersi, sottoponendo a gratuite e infondate umiliazioni.
In realtà però, in queste amare vicende, c’è un altro soggetto: “lo spettatore”.
“Lo spettatore o gli spettatori” sono coloro che assistono alle aggressioni oppure ne sono solo a conoscenza ma decidono di stare in silenzio.
Il loro comportamento omissivo non è nè lodevole né un esempio per la collettività.
Viceversa, il loro intervento – e per intervento non si intende un agire in prima persona – può frenare il dilagare del fenomeno anche avvisando le autorità competenti o le insegnanti o i genitori.
La Camera ha approvato una proposta di legge volta a prevenire e contrastare il
Bullismo attraverso misure di natura penale (con la modifica dell’art. 612-bis c.p.); modifiche alle misure coercitive di natura non penale applicabili dal Tribunale dei Minorenni e misure di valutazione e analisi del fenomeno in ambito scolastico.
Il provvedimento è ora all’esame del Senato.
In attesa che la proposta diventi Legge, la collettività può contrastare e frenare questo brutto fenomeno solo con la Sua partecipazione attiva senza essere passivi spettatori.