Antonella Ricciardi intervista Gianluigi Esposito
Nel dialogo successivamente, riportato Gianluigi Esposito, uomo di cultura a tutto tondo, espone le ragioni principali del suo ritorno all’impegno politico, ad Angri (Salerno), in sostegno di Vincenzo De Luca, governatore della Campania, e nell’ambito del suo impegno nel Partito Democratico. Ispirato studioso di tradizioni, soprattutto musicali e poetiche, napoletane, e non solo, Gianluigi Esposito è un chitarrista di talento; inoltre, ha collaborato anche a documentari e film; sua è la sigla iniziale del celebre programma RAI, naturalistico e turistico -culturale, “Sereno Variabile”. La sua brillante carriera nel campo artistico e dello spettacolo è stata consolidata dagli studi seguiti alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna, indirizzo musicale (il Dams) e presso la Facoltà di Musicologia, del Conservatorio di Salerno. Ha insegnato anche, in varie scuole, musica popolare, che esprime l’ “anima antica” ed il folklore della Campania, evitando operazioni troppo commerciali. In Gianluigi Esposito, l’impegno di cantore della migliore tradizione campana si fonde con l’impegno etico-sociale, che, proprio attraverso la promozione culturale di Angri e dintorni, ha in programma una valorizzazione turistica di questi luoghi: integrando ripresa economica e sicurezza sanitaria, sotto il segno dell’impostazione di Vincenzo De Luca, che, a giudizio di parecchi, in effetti, ha fatto scuola per efficienza e rigore, nell’emergenza pandemia, e non solo. Inoltre, a titolo personale, ma coerentemente con i suoi ideali riguardo il sociale, Gianluigi Esposito si è impegnato a favore del reinserimento sociale di detenuti ed ex detenuti, anche grazie all’approfondimento culturale ed il confronto, che possono aiutare comprensione di errori del passato ed un cammino di redenzione. Nella sua apertura al prossimo, compresi gli “ultimi” (ma non per importanza) di questa società, Gianluigi Esposito s’ispira anche all’invito alla misericordia di vari Papi, ma anche di singoli autori, animati da particolari ideali: ultimamente, ad esempio, in un contesto pubblico, aveva ricordato, quale motivo ispiratore, una frase dello scrittore Ignazio Silone, sull’impegno, ed, in un certo senso, la fede che Dio agisca nelle persone: “Noi siamo i cristiani assurdi, quelli che non aspettano la salvezza quando verrà, ma che la anticipano con i propri comportamenti individuali”. Ancora nel contesto di queste iniziative, volte anche all’aiuto delle famiglie dei detenuti (anche per evitare che il sentirsi rifiutati porti al rifiuto della società esterna), Gianluigi Esposito ha coinvolto, ad esempio, in tale cammino di riscatto attraverso la conoscenza, l’ex boss di camorra Cosimo Renga. Inoltre, Gianluigi Esposito è stato curatore di varie pubblicazioni, riguardanti pure la difficile vita nelle prigioni ed una possibile via migliore, rispetto ad un passato discusso: ad esempio, G. Esposito ha avuto un ruolo editoriale nella pubblicazione, nel 2019, del libro: “Poesie dal carcere” (pubblicato con “Neomediatalia”) dell’ex boss di camorra Raffaele Cutolo, che raccoglie composizioni più antiche e più recenti.. pubblicazione che può far molto discutere e certamente, soprattutto, pensare: versi realmente intrisi di nostalgia, associazioni mentali inconsuete, dolore per il male compiuto e subito, interrogativi ed interpretazioni esistenziali, di una propria filosofia personale di vita, pensieri di bene e di fede… Ancora su questa vicenda, è importante ricordare che Gianluigi Esposito è stato uno degli autori del documentario: “Denyse dietro il vetro”, pure del 2019, per sensibilizzare maggiormente ed auspicare un cambiamento migliorativo della legge, che impedisce contatti fisici tra maggiori di 12 anni e persone al 41 bis, perfino nel caso di genitori e figli: teoricamente per impedire eventuali messaggi “di troppo”; si può notare, però, possano esserci altri modi per raggiungere tale fine, senza colpire così pesantemente il lato umano. Raffaele Cutolo, che fu condannato all’ergastolo, ha in effetti subito un numero di anni di carcere immane, da far rabbrividire: oltre 50 complessivi (dal 1963, con poche interruzioni, tra 1970-1971 e negli anni 1977, 1978, 1979); nel 2020, è stato ricoverato due volte in ospedale, per le sue patologie. In particolare, dal 31 luglio 2020, è in cura, in un centro sanitario esterno al carcere: stravolto anche dai 41 anni “filati” di carcere continuativo, dal maggio 1979. Gli stessi detenuti del carcere di Parma, dove era recluso prima dell’ammissione nel centro esterno, hanno espresso solidale dimostrazione a suo favore. In molti, poi, sempre più numerosi, che nulla hanno a che fare con la criminalità, hanno “messo la faccia”, nell’auspicare che tale ergastolo sia almeno non completamente ostativo, con differimento della pena e revoca dell’articolo 41 bis: sia per motivi umanitari che per la ormai completa estinzione, da molti anni, della fazione della camorra organizzata, da Cutolo guidata, in un tempo non più attuale. Del resto, carcere ostativo e 41 bis non vengono applicati neanche in casi molto più gravi e pericolosi, riguardanti, ad esempio, pedofili assassini. Gianluigi Esposito persona perbene, conclude il suo discorso con parole che indicano una intensa luce di speranza: la stessa nascita della figlia di Raffaele Cutolo e della moglie Immacolata Iacone, è avvenuta grazie ad una inseminazione assistita (dato che lui non poteva uscire dalla prigione), autorizzata dallo Stato stesso: in questo caso, uno Stato certamente molto più umano, che per questo può suscitare più pieno rispetto: vi fu una combinazione favorevole tra un Ministero della Giustizia più lungimirante, un magistrato più illuminato, la direzione più umana del carcere, che all’epoca era quello di Belluno. Del resto, dare una possibilità reale, spesso motiva ad una evoluzione migliorativa; lo stesso Raffaele Cutolo aveva espresso un concetto del genere, ad esempio, in una lettera aperta ai detenuti, per un carcere verso il 2000: riportata nel valido libro della giornalista Gemma Tisci “Ricordi in bianco e nero”, sul tema…nella missiva, tra le altre cose, Raffaele Cutolo esprimeva, con tono mite, l’idea che solo l’amore potesse portare altro amore, e che, se solo gli avessero permesso di svegliarsi accanto alla persona amata, di dare dei baci in più, e così via…certamente poteva essere un passo in avanti ulteriore, per una redenzione più completa, per sentirsi più motivato a ciò. Tornando a Denyse Cutolo, fu una vicenda di vita che aprì la strada anche ai diritti di altri detenuti nella stessa situazione: dopo allora, c’è stata più di una nascita di figli di detenuti: eventi che è come se ridessero vita a coloro che, vivendo il carcere ostativo, era quasi come se morissero ogni giorno. Soprattutto, rimanendo ancora sulla nascita dell’innocente Denyse, nel 2007, la sua venuta al mondo aveva potuto dare più pace allo stesso Raffaele Cutolo, che aveva invece perso, in circostanze atroci, un altro figlio, avuto da una precedente compagna, nato negli anni ’60: lo sventurato Roberto, assassinato per vendetta trasversale da mafiosi rivali. L’immagine del giovane Roberto Cutolo, riverso sulla terra macchiata di sangue, tornava in modo straziante, nella mente del padre…sebbene fossero immagini che, comprensibilmente, non aveva voluto vedere, ma che non poteva evitare, invece, di figurarsi…e solo in sogno l’immagine del figlio tornava quella di una persona viva e rasserenante. Nel caso della figlia Denyse, però, Raffaele Cutolo, marito e padre, ha potuto così ritrovare una ragione di vita: in una deliziosa e bella bambina, che, non deve essere ingiustamente penalizzata, senza necessità, afferma Gianluigi Esposito; del resto, è una bambina che avrà tempo per elaborare una idea più completa di un padre, i cui errori non sono però stati nei suoi confronti, e che ha cercato anche il bene, e di uno Stato che si può sperare potrà dimostrarsi, nel corso del tempo, più umano e migliore.
Ecco dunque l’intervista:
Ricciardi: “Sei da anni un artista intensamente impegnato nel sociale, nuovamente candidato nel PD, ad Angri, in sostegno di Vincenzo De Luca, per un miglioramento concreto delle condizioni di vita nella nostra terra: puoi esporre, in sintesi, alcuni dei motivi di questa scelta e gli aspetti primari del tuo programma? Insomma, cosa proponi, e perchè l’hai scelto.”
Esposito: “Bene, io innanzitutto, sono un militante del Partito Democratico, del centro-sinistra, da 20 anni; io credo fermamente nella figura di Vincenzo De Luca in quanto governatore, ed è per questo che mi candido a consigliere comunale di Angri: a sostegno di Pasquale Mauri, sindaco di Angri, perchè credo ci sia bisogno che per questa città venga il momento di decisioni molto importanti, molto forti. E quindi Mauri è una persona in linea con il piglio gestionale di De Luca: una persona che sa prendere decisioni, sa prendere responsabilità. Mi candido perchè credo che questa città abbia bisogno anche di quelli che come me, nel corso degli anni, hanno maturato una serie di nuove esperienze: io, ad esempio, nell’ambito della cultura, dello spettacolo, e ho avuto la possibilità, in questi anni, di lavorare con grandi personaggi…
Ricciardi: “Infatti, oltre all’impegno con il programma di De Luca, che ha protetto molto la Campania, è stato riconosciuto da più parti, nel periodo indubbiamente difficile della pandemia, è nota la tua valorizzazione del patrimonio della Campania che si attua anche sul piano artistico, in quanto musicista ed interprete, tanto da avere dedicato, in quanto compositore e chitarrista, dei concerti in onore, tra gli altri, del poeta Salvatore Di Giacomo, e dei cantanti Roberto Murolo e Sergio Bruni, ed altri, tra i più celebri, naturalmente. Ti chiedevo quindi su qualcosa di cui mi stavi accennando: ci sono denominatori comuni tra il tuo impegno nello spettacolo e nel campo politico-sociale?
Esposito: “Credo che la cultura sia un volano di sviluppo, economico e sociale, della mia città, del mio paese: di Angri. Noi abbiamo la collegiata di San Giovanni Battista, il castello Doria, al centro di Angri, il comparto dei reduci ed ex combattenti, che potrebbe diventare un importante polo turistico-culturale della provincia di Salerno, e quindi poter all’esterno, in tutto l’Agro e anche nella Costiera, pubblicizzare un cartellone di eventi, che possa fare turismo; questa è una cosa che è estremamente importante. Se si pensa che ad Angri, abbiamo l’unico santo nato in questa città, in questa provincia, che è Sant’Alfonso Maria Fusco, fondatore delle suore battistine: potrebbe anche questo, insieme a momenti di altissimo valore culturale, rappresentare un attrattore turistico per la città… essendo noi un territorio di transito., perchè Angri è a 30 km da Napoli, a 23-24 da Salerno, 4 da Pompei; è alla spalle della Costiera Amalfitana, per cui bisogna uscire ad Angri per andare in Costiera Amalfitana. Ecco, questo turismo che ci circonda può quindi fermarsi anche ad Angri, ed essere incoraggiato, programmando dei grandi eventi.
Ricciardi: “Certo, è uno snodo molto importante. Tra l’altro, hai anche il tuo locale, che è anche importante centro di eventi artistici, di spettacoli, “Vicodovattariello”, che può attrarre turismo gastronomico, culinario, ed in generale eventi importanti.”
Esposito: “Certo, è parte dell’organizzazione della movida angrese: ci sono diversi locali; questa forza, associazione rappresenta, a sua volta, un attrattore turistico. Abbiamo una clientela che arriva da tutta la Campania, proprio perchè siamo conosciuti in Campania, per la qualità del prodotto che offriamo della nostra città. Angri ha una tradizione di ristorazione molto molto importante.
Ricciardi: “So che hai curato molto anche la movida sicura, in questo periodo particolare”.
Esposito: “Ci siamo battuti molto per avere una movida sicura, una movida protetta: una movida che non debba essere il momento di sfogo di pressioni represse, ma deve essere un momento di confronto, un momento di socialità, di leggerezza…ma sempre tenendo presenti quali siano le regole del buon vivere, e il senso civico. “
Ricciardi: “Puoi ricordare alcuni dei progetti, sul piano culturale artistico, dello spettacolo, cui tieni di più, riguardo quello già realizzati, e perchè tu sia più legato ad essi? Tra l’altro, hai collaborato anche con Michele Placido, tra le esperienze più intense…”
Esposito: “Allora, io collaboro tuttora con Michele Placido, con Giancarlo Giannini, ho lavorato con Giuliana De Sio… Con Placido, stiamo continuando a tenere concerti in tutta Italia. Nel mio lavorare con questi personaggi, ho fatto sempre sì che la città di Angri potesse essere rappresentata. E ad Angri io mi sono battuto molto per la riqualificazione delle aree industriali dismesse, per poterle fare diventare luoghi di cultura, contenitori culturali. Ho per anni svolto una rassegna teatrale che si chiama “Avanteatro”, e che si svolgeva all’interno di una fabbrica dismessa, che per un mese diventava un luogo di arte, di cultura, appunto di teatro, dove sono venuti nomi anche internazionali, oltre che del teatro italiano. Ed abbiamo dimostrato alla città che questi luoghi, queste aree dismesse, invece di essere sempre oggetto di speculazione edilizia, possono diventare invece luoghi di cultura. Poi ho svolto, creato, il primo concorso lirico dell’Agro, che vedeva una partecipazione di concorrenti da tutto il mondo: questo è stato un altro momento molto importante per la città.
Ricciardi: “Hai quindi insomma unito culturale, sociale: qualcosa di molto importante… Infatti,
la tua sensibilità sociale ti ha portato anche ad analizzare e prenderti a cuore, con particolare altruismo, vicende frutto di disagio sociale, che ti hanno condotto, ecco, anche all’impegno a favore del riscatto etico di detenuti ed ex detenuti. Tra l’altro, a questo proposito, ricordo il tuo avere curato una edizione di un libro di poesia di Raffaele Cutolo, che da anni afferma di avere chiuso con la camorra e si dice pentito di fronte a Dio; inoltre, hai realizzato un documentario
, “Denyse dietro il vetro,” molto molto toccante: sulla piccola Denyse Cutolo, che per il solo fatto di avere compiuto 12 anni, non può avere più, attualmente, alcun contatto fisico col padre, per supposti motivi di sicurezza, che non convincono fino in fondo, date le elevate misure ulteriori di sicurezza del 41 bis. Anche ora che Raffaele Cutolo è in un centro sanitario esterno al carcere, per motivi di salute da non sottovalutare, non può avere contatto fisico coi familiari: viene impedito da un tavolo che li divide; in effetti, l’impressione è che sia un infierire: non è naturalmente colpa dell’ospedale, cui è stato imposto, e dove almeno può essere curato meglio, ma è conseguenza delle disposizioni del 41 bis, trasferite appunto nell’ambito sanitario, pur esterno al penitenziario. Puoi esporre i motivi profondi che ti abbiano maggiormente motivato, in tale impegno umanitario, compreso questo documentario così intenso?
Esposito: “Allora, facciamo un passo indietro: io mi occupo di quella che è la realtà dei detenuti dal 1998, quando creammo l’associazione “Ismaele”, che aveva a cuore proprio i problemi dei detenuti, le famiglie dei detenuti: in particolar modo, dei figli. Nel corso degli anni, si è sviluppata anche insieme a Cosimo Renga, un ergastolano del carcere di Rebibbia, che è diventato un eccellente attore, tanto da avere fatto anche un film con i fratelli Taviani, “Cesare deve morire”.
Ricciardi: “Forse era partito dal teatro, prima del cinema?”
Esposito: “Era partito dal teatro, fatto all’interno del carcere; e tuttora io collaboro con la compagnia “Assai”, del carcere di Rebibbia. Tanto che siamo andati in diverse carceri.. anche in quello di Tempio Pausania, a fare uno spettacolo su Falcone e Borsellino”.
Ricciardi: “Poteva essere particolarmente liberatorio, per detenuti ed ex detenuti, esprimersi attraverso il teatro?”
Esposito: “Sì, credo che il teatro sia un’arma di riscatto: un’arma culturale importante, da usare contro la criminalità; perchè è sempre un problema culturale. E nel corso del tempo ho avuto modo, insomma, anche di affrontare la questione che riguarda Raffaele Cutolo, che, come tu hai ben sottolineato, ha chiuso con la criminalità, per lo meno da 30 e passa anni, anche 35 anni.”
Ricciardi: “Nulla più succede riguardo la NCO (Nuova Camorra Organizzata): non c’è più, praticamente…”
Esposito: “Non c’è più nulla, da questo punto di vista, , vero, e soprattutto non esiste più la sua volontà di vivere ancora quelle situazioni. Lui ha detto basta con la criminalità, con la camorra. E, premesso che io sono favorevole al 41 bis nel senso degli aspetti sulla sicurezza, per i capi che ancora rischiano invece di essere attivi dall’interno del carcere, non condivido però la disumanità che c’è all’interno del 41 bis.”
Ricciardi: “Tra queste, può darsi ci sia la reiterazione eccessiva, probabilmente…”
Esposito. “La reiterazione eccessiva, ma vorrei capire il senso dei certe storture: come si può ingaggiare una lotta con l’amministrazione penitenziaria per avere un semplice fornellino in ghisa, per cucinarsi da solo dei pasti,: non capisco la necessità di questa cosa, e di dover fare domandina per avere il permesso di farsi lavare gli indumenti.”
Ricciardi: ” I pochi indumenti permessi.”
Esposito: “Esatto; addirittura, per gli indumenti intimi, si può avere il permesso solo alcuni giorni alla settimana”.
Ricciardi: “E forse sono logori, perchè pochi, molto pochi”.
Esposito: “Ecco, sì, sono delle aberrazioni, che non hanno nulla in comune con il rispetto della dignità umana; perchè io faccio appello, il mio punto di riferimento, da questo punto di vista, è una enciclica bellissima di Giovanni XXIII, in cui parla della distinzione tra l’errore e l’errante: l’errante, dice il Santo Padre, è sempre un essere umano, anche quando sbaglia, in campo morale e religioso. E, essendo un rappresentante della dignità umana, bisogna sempre trattarlo come si conviene, per la dignità umana: con tanta dignità. “
Ricciardi: “Ormai lui, Raffaele Cutolo, è uno degli “ultimi”, cioè una delle persone, più in difficoltà, e non è più il capo che era stato una volta”
Esposito: “Sì, assolutamente, ha anche in gravi condizioni fisiche, provate”.
Ricciardi: “Ha tutto un altro sapore il tuo impegno, che se fosse stato quando la situazione fosse stata altra”.
Esposito: “Certo, premesso che deve essere certo che la pena garantisca sicurezza, lui ha pagato, come è giusto che sia, per tutto quello che ha fatto; nessuno ne sta chiedendo una libertà senza controlli; chiediamo semplicemente il rispetto della dignità dell’uomo, che va preservata: altrimenti ci poniamo sullo stesso livello, sugli stessi principi della criminalità, che però non posso essere i nostri principi: in nessun modo, assolutamente. Allora, oggi c’è un uomo quasi ottantenne, provato, debilitato, nel fisico, nell’anima, a 57 anni dal primo arresto, alle spalle [da allora è stato in carcere in modo quasi continuativo, N.d.R.]…e c’è una bambina dodicenne, cui pure questo Stato ha concesso la vita, perchè ricordiamo che Raffaele Cutolo ha avuto una bambina attraverso l’inseminazione artificiale, quindi fu autorizzato. Per cui, a questa bambina va dato il giusto rispetto: va preservata rispetto a certe cose, rispetto a certe brutture che si vivono. Poi, avrà tempo e modo per capire tutto quello che è successo, nel corso degli anni, per capire del perchè il carcere per il papà; ma oggi, non permettere più, da un giorno all’altro, alla bambina di abbracciare il padre, solo perchè , secondo la legge, potrebbe diventare veicolo di messaggi all’esterno, mi sembra veramente un’aberrazione.”
Ricciardi: “Parliamo in effetti di una minore non solo di 18, ma anche di 14 anni…”
Esposito: “Parliamo di una dodicenne, che, tra le altre cose, cresce lontano da tutto questo: una bambina dolcissima, studiosa, che non fa nulla di questo, nulla di illegale; tra l’altro, anche con l’attore Gianfranco Gallo, abbiamo realizzato questo documentario, “Denyse dietro il vetro”, proprio per raccontare tutta questa situazione: proprio per far capire cosa si può fare perchè questa bambina, un domani, non porti rancore verso quello che deve essere lo Stato, che deve garantire anche a lei il diritto ad essere figlia.”
Ricciardi: “Certo, poi forse un trattamento più umano, abbastanza più umano, per Raffaele Cutolo, è chiedere solo quello che si riserva a quasi tutti gli altri…”
Esposito: “Certo, e credo che debba essere innanzitutto curato, visto che ne ha bisogno. Sul pensare che possa essere ancora pericoloso, i giudici faranno le loro valutazioni, che, per l’amor di Dio, non voglio discutere, ma non credo, mi sembrerebbe strano che si potrebbe pensare ci fosse ancora un mondo disposto a seguirlo, perchè non è così, e lui comunque non vuole guidarlo.. a parte il fatto che ha pure problemi di lucidità, dovuti all’età. Mi sembra veramente assurdo pensare che possa ancora fare e dire qualcosa che non vada: quel mondo è finito. E’ rimasto solo un uomo che, come dice lui, è come se portasse a spasso il suo cadavere, nel buio di una stanza, ma che pure ha trovato, attraverso la poesia, le ragioni della sua esistenza.
Ricciardi: “Quindi un segno, comunque, di una sensibilità importante che rimane…”
Esposito: “Sì, sì: è una persona a cui bisogna tendere una mano. E ricordo una poesia di un altro grande Papa, Giovanni Paolo II, dove dice:” Io uomo, ti invoco, non dico vieni […] semplicemente, ti dico sì, uomo” [estratto da “Pietra di luce”, frammento da “Io ti invoco e ti cerco, uomo”, N.d.R.]. Non vedo perchè non dare ancora una possibilità ad un quasi ottantenne, che ha voluto volontariamente pagare tutti gli errori fatti, perchè cosciente di quello che ha fatto. Oggi, magari si può pensare ad un alleggerimento della situazione.
Ricciardi: “Poi certamente è proprio quello cui bisogna tendere, il conciliare sicurezza e misure, in qualche modo, più umane”.
Esposito: ” Si possono certamente conciliare. Nessuno immagina un Raffaele Cutolo completamente libero, che giri per i paesi…”
Ricciardi: “Però magari vi possono essere appunto attenuazioni importanti: come di solito è per quasi tutti”.”
Esposito: “Anche un regime detentivo meno duro, e non per forza pienamente carcerario, può essere una ipotesi”
Ricciardi: “C’è chi ha ipotizzato anche un differimento della pena, con i domiciliari: questa sarà una decisione dei magistrati; va detto che, a quell’età, quasi nessuno è in carcere, ed a volte anche con colpe più gravi alle spalle…”
Esposito: “Certo, certo!”.
Ricciardi: “Volevo poi chiederti, oltre a questo tuo impegno umanitario, sicuramente lodevole, ci sono altri particolari iniziative che desideri portare avanti, riguardo le quali potrai anticipare qualcosa?
Esposito: “Beh, sicuramente in campo artistico lavoreremo, per i prossimi mesi, a una serie di produzioni: anche con Gianfranco Gallo, stiamo pensando a delle cose, anche con Placido: collaborerò con lui ad un film, che comincerà a fine settembre. Nel campo del sociale, mi auguro di riuscire ad aprire un dibattito su temi quali quello della piccola Denyse, e quanto meno di sensibilizzare l’opinione pubblica, rispetto a questo tipo di problematiche.
Ricciardi: Poi, in fondo, proprio Denyse è stata il simbolo di uno Stato più umano, nel senso che ha detto sì a questa genitorialità.!
Esposito: certo che sì!.
Introduzione e quesiti di Antonella Ricciardi; intervista del settembre 2020