Il ritratto di Laura Dianti
Il terzo Duca di Ferrara, Modena e Reggio, Alfonso I d’Este, nacque il 21 luglio 1476 ed è stata una delle figure più autorevoli del Rinascimento italiano. Sposò in primi voti l’aristocratica milanese Anna Maria Sforza, in seconde nozze la nobildonna sublacense Lucrezia Borgia, e verosimilmente in terzi voti la ferrarese Laura Dianti, con la quale ebbe una precedente lunga love affair extramatrimoniale, “nata da povero e basso artefice, ma dotata di rare doti sì d’animo, che di corpo”: così si legge nell’opera dello storico modenese Ludovico Antonio Muratori “Delle Antichità Estensi”, edita per i tipi della Stamperia Ducale. Il successore del Marchese Ercole I e “Madonna” Laura ebbero due figli, Alfonso, nato nel 1527, e tre anni dopo Alfonsino. Fu proprio il Gonfaloniere della Chiesa Alfonso I a commissionare un ritratto della dama, e prese contatti con l’artista pievano Tiziano Vecellio della Repubblica di Venezia che realizzò il dipinto verso gli anni 20/25 del ‘500. Tiziano fu allievo del Bellini e del Giorgione, ed è annoverato tra i più abili Maestri della pittura ritrattistica mondiale: il Vecellio riuscì a rendere visibili l’indole e la natura della protagonista attraverso tratti e colori privi di artificiosità e manierismi. Lo sfondo della tela è corvino, e Eustochia, appellativo della Dianti, indossa un vestito lussuoso di colore azzurro di gusto orientaleggiante e una camicia bianca con guarnizioni arricciate: il panneggio è arricchito di trine e lembi lavorati, una cintura le cinge con abbandono la vita, e una ruscia “orgàndis” dorata le copre le spalle. Una fascia di stoffa sericea le ammanta il capo a mo’ di turbante, e la “capigliara” è arricchita da cuciti di impuntura e da una lavorazione di perle esastellata a guisa di fiore dialipetalo con un diadema rosso incastonato in un ovale aureo: alto esempio di sartotecnica che vuole certamente rievocare la figura della Cometa, “simbolo di chiarezza di fama, rapida ascesa delle fortune di famiglia, virtù superiore” [https://it.wikipedia.org/wiki/Cometa_(araldica)], icona presente nel blasone conferitole da Alfonso I che innalza virtualmente la dama quale essere edenico. Il logogramma sidereo ricorrerà sempre negli anni della condizione vedovile della Signora ferrarese, e non solo sull’Arma. All’indice della mano destra è visibile un anello con rubino, mentre al mignolo della mano sinistra Laura indossa un anello di dimensioni ridotte: ad un attento esame, anche l’indice della mano destra, sebbene ripiegato, sembrerebbe portare un piccolo gioiello. Alla sua sinistra, per la prima volta nell’arte del ritratto “laicale” del ‘500, un paggetto moro che si volta richiamato dal contatto benevolo della mano di Laura sulla spalla: il giovinetto indossa una livrea variopinta e trattiene con la mano destra un paio di guanti. I critici d’arte hanno ritenuto per molto tempo che la dama ritratta fosse la Duchessa consorte di Ferrara, Modena e Reggio Lucrezia Borgia, ma attualmente l’esegesi è orientata sull’identità della Signora del sobborgo ferrarese di Ripagrande. Il ritratto fa parte della Collezione Kisters ed è conservato nella cittadina elvetica di Kreuzlingen.