ASEAP, 1990 – 2020, trent’anni di profonda e proficua attività associativa
L’Associazione ex Alunni Passionisti – ASEAP – quest’anno celebra il 30° anniversario della sua costituzione. Già nel 1969 P. Bernardo Fiore inoltrò regolare, documentata e motivata richiesta alla Curia Provinciale dei Passionisti del Basso Lazio-Campania per la sua costituzione ma soltanto nel 1990, su richiesta dell’allora Consultore Provinciale, Padre Giovanni Cipriani, si riuscì ad ottenere l’approvazione da parte del Superiore Provinciale Padre Ludovico Izzo, confortato dall’unanime consenso dei membri della Curia Provinciale. I primi due incontri degli ex alunni passionisti si tennero rispettivamente alla Badia di Ceccano – FR – (16 giugno 1991) e nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta – CE – (23 giugno 1991) e da tali incontri emerse la forte esigenza di “riprendere il cammino formativo personale impregnato della spiritualità della Croce” e di rivedersi periodicamente per scambiarsi opinioni, pareri, consigli ed esperienze.
Nel 1991 fu costituito un comitato provvisorio (23 giugno – 25 aprile 1992) coordinato da Antonio Romano di Cesa – CE – e composto da Emilio Ferraro di Fondi – LT -, Fernando D’Aversa di Arce – FR -, Franco Nicolò di Roma e Francesco Tranchillo di Mugnano – NA – con l’intento di reperire gli indirizzi aggiornati degli ex alunni passionisti (n. 1559 dagli anni 1909-1994), approntare una bozza di statuto e organizzare una prima assemblea ufficiale.
Nel 1992 i soci elessero il 1° Consiglio direttivo per il quadriennio 1992-1996 e venne eletto Presidente Antonio Romano, vice Presidente Emilio Ferraro, consiglieri Mario Sangrigoli e Antonio Franco Pacifico, segretario Nicolò Franco. Antonio Romano ha sempre guidato l’ASEAP tranne nel quinquennio 2000-2005 (Presidente Francesco Silvestre). L’attuale Consiglio Direttivo si avvale del fattivo e propositivo contributo del Presidente Antonio Romano, del segretario Antonio Franco Pacifico, del tesoriere Antonio Gargiulo e dell’Assistente Spirituale P. Ludovico Izzo.
L’ASEAP dalla sua costituzione si è giovata del prezioso e pregnante contributo e supporto degli assistenti spirituali P. Giovanni Cipriani (1992-1995), P. Carlo Cautillo (1996), P. Mario Caccavale e P. Salvatore Crino (1996-1998), P. Luciano Scarfagna (1998-2003), P. Emanuele Zippo (2004-2005), P. Ludovico Izzo (2005 a tutt’oggi).
L’ASEAP nei suoi documenti evidenzia, con orgoglio e compiacimento, che “essa è formata da tutti quei laici che hanno condiviso un tratto di strada più o meno breve con i Passionisti, frequentando la Scuola Media nel seminario di Calvi Risorta o seguendo gli studi del Liceo Classico, di Filosofia e di Teologia presso altri conventi. Giovani studenti che, poi, a seguito, di un discernimento personale, hanno tralasciato l’esperienza conventuale ritornando in famiglia e tale esperienza tra i Passionisti li ha segnati lasciando loro un ricordo indelebile e un’impronta formativa unica che li ha guidati spontaneamente, concretamente e costantemente nella loro esperienza sociale, professionale e familiare”.
Tra le tante meritorie iniziative poste in essere dall’ASEAP vanno menzionate la realizzazione di un notiziario “LE NOSTRE RADICI”, con pubblicazione bimensile, quale strumento di collegamento tra i soci residenti, anche per motivi professionali, nelle varie realtà territoriali del nostro Paese; una statua di San Paolo della Croce, fondatore della Congregazione dei Passionisti, collocata nel 1994 nel chiostro della Badia di Ceccano; una moderna cucina completa nei ristrutturati locali del convento di Ceccano; un “self service”, completo e moderno, per la cucina dei passionisti nella Casa Generalizia di Roma; una spinta concreta per la ristrutturazione del convento di Pontecorvo – FR – in Casa di Riposo per Anziani; solidarietà, con diverse centinaia di milioni offerti, nel tempo, ai Passionisti in Brasile per il “Progetto Devida” a Barbacena a favore dei bambini poveri delle favelas. E’ doveroso evidenziare anche la “perla” della celebrazione dell’annuale raduno, 25 aprile, che consente ai soci-ex alunni di “tuffarsi” in un passato più o meno recente/lontano che ha segnato la loro vita e di incontrare, momento tanto atteso e sentito, i Passionisti, loro coetanei e compagni per un tratto di strada e i compagni di un tempo che è ancora tanto presente.
Il Presidente Romano, nel bollettino n. 5, settembre – ottobre 2020, in riferimento al trentennale dell’Associazione, scrive “(…) Tanto prezioso il contributo giunto negli ultimi mesi da chi era in seminario mentre l’ASEAP incominciava il suo cammino. Sono gli alunni dell’ultima “cucciolata”, entrati nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta qualche anno dopo il terremoto del 1980 e rimasti fino ai primi anni del 1990. Il loro entusiasmo è ammirevole. Un bel gruppo che al momento opportuno non ha fatto mancare un libero contributo anche scritto, squisitamente ricevuto e apprezzato. Bravi, forza quarantenni. Davvero una fresca ventata di entusiasmo e di gioventù. Davvero bella l’ASEAP: non finisce di stupire! La comune radice è stata la vera forza della tenuta di questa singolare e meravigliosa esperienza. (…)”.
Padre Giuseppe Comparelli, sul già citato bollettino, titola il suo servizio “ASEAP: senso e funzione della nostra associazione” e scrive “(…) Ciò che ha segnato nel profondo il nostro passato non si riesce a comprimere, non viene rimosso come negativo, ma custodito come costruttivo. La stabilità di riferimento per tutti noi fa dell’alunnato di Calvi un comune <archetipo> e, cioè, la stagione formativa, che è un rimando spazio-temporale gradevole della nostra fase adolescenziale. E’ avvenuta così e non in altro modo. Poteva esser diversa, ma anche negativa. Per tutti noi Calvi ha scritto una intensa pagina di storia personale e oggettiva. Ora la nostalgia prende il sopravvento, ma è proprio la nostalgia una strategia difensiva che salva dall’oblio quanto di più caro ci è appartenuto, magari addolcito nel tempo. Tutto si fonde in un glutine di senso e di consenso, un patrimonio di valori, nobilitati dalla fede religiosa. E’ una ricchezza che non smette di produrre segnali e moventi che danno alla nostra vita un costante confronto con quello che abbiamo assimilato. La chiusura della sede di Calvi – il <mitico> Alunnato, un trauma per molti di noi – è la metafora di quanto si perde e di quanto ci resta nel cuore. L’Aseap siamo tutti noi. Non so quanto possa ancora durare questa sigla di vita, ma finché ci sarà qualcuno che la sente articolo di identità, Tonino Romano, ognuno vorrà invitarlo a non spegnere quel lume che si accese in ognuno di noi a Calvi, tanti anni fa”.