Incomunicabilità …l’universo delle emozioni
L’incomunicabilità, le discussioni e le guerre nascono perché la visione delle cose viene interpretata e percepita attraverso le singole esperienze. Non bisogna imporre la propria visione delle cose quanto piuttosto cambiare il modo di relazionarci al prossimo. Ogni giorno attraverso i nostri 5 sensi entriamo in contatto con diverse forme, odori, immagini e sensazioni.
Tramite questi ci relazioniamo con il mondo che ci circonda, viviamo e percepiamo la nostra realtà. Per ognuno di questi aspetti generiamo un giudizio e poi lo classifichiamo, questo è quello che generalmente nella filosofia buddista viene considerato il fattore di discriminazione. Viviamo le nostre percezioni, il mondo stesso come se fosse esistente in modo indipendente da noi; cosi come ci poniamo vero la vita, le montagne, il cielo, gli animali, le persone e le diverse situazioni, ma non è così. Ogni cosa che viviamo e percepiamo è un riflesso di noi stessi (uno specchio), questo è perché siamo incapaci di percepire qualunque cosa sia indipendente da noi, ovvero non possiamo percepire l’oggetto indipendentemente dall’osservatore. Ogni situazione che viviamo, ogni oggetto che percepiamo passa attraverso il filtro di noi stessi e delle nostre esperienze, attraverso il nostro carattere, le nostre idee e conoscenze. È proprio per questo che nessun oggetto può essere percepito allo stesso modo da due persone diverse, non esistono due persone uguali e tutto ciò che si percepisce è un riflesso di ognuno, non esiste una realtà unica che possa essere percepita da tutti tramite i nostri sensi, ma tante piccole realtà che insieme creano una grande realtà relativa collettiva. Che le cose hanno un’esistenza inerente e quindi indipendente da suo percettore inducendoci a pensare che la causa della nostra felicità/sofferenza esista al di fuori di noi e quindi ci sforzeremo inutilmente a cambiare il mondo che ci circonda, quello che dovremmo fare è cambiare il modo in cui noi ci relazioniamo con il mondo.