Questa sera la delegazione di Caserta dell’Accademia italiana della cucina terrà la sua cena ecumenica
Sebbene per ecumenismo si intenda comunemente il movimento che tende a riavvicinare e a riunire tutti i fedeli cristiani a quelli delle diverse Chiese, recentemente il termine viene utilizzato anche in un contesto laico come sinonimo di universale (es: il carattere ecumenico di un’ideologia politica, ecc.) e, pertanto, la cena conviviale dell’Accademia Italiana della Cucina, organizzata per la sera del 15 ottobre 2020, è ecumenica nella misura in cui, superando le divisioni spazio-temporali dei fusi orari, accetta tutte le diversità, per unire o conciliare culture differenti.
L’annuale cena ecumenica della Accademia Italiana della Cucina, Istituzione culturale della Repubblica Italiana, è, quindi, il segno tangibile di quella fraternità tra persone che Papa Francesco ha auspicato fortemente nella sua ultima enciclica “Fratelli tutti”.
Essa sarà ancora di più ecumenica se, accogliendo l’invito del Pontefice, le varie delegazioni s’impegneranno, da un lato, a contrastare lo spreco alimentare (n. 18) e, dall’altro, a dare il loro fattivo contributo all’eliminazione dello scandalo della fame (n. 189).
A tal proposito la Delegazione di Caserta s’impegnerà ad ogni conviviale a devolvere un contributo simbolico, pari al coperto di una persona, per lo sradicamento della fame nel mondo, considerata da Francesco quale realtà “criminale”.
Una riflessione su questo tema sarà sviluppata durante la serata dall’Accademico don Nicola Lombardi, recentemente acclamato “Cappellano della Delegazione di Caserta”.
La cena ecumenica 2020 della Delegazione di Caserta si terrà presso un noto ristorante che servirà agli Accademici e loro ospiti portate che rientrano nel tema “fritti – frittate – frittelle”, stabilito per questo 2020 dal Centro studi Merenghi della stessa Accademia e al quale si uniformeranno le cene di tutte le altre delegazioni sparse nel mondo intero.
Tra le portate che saranno servite ci sarà anche la famosa “frittata di scamarro” secondo la ricetta di Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, discendente di Guido Cavalcanti, famoso poeta nonché amico di Dante, pubblicata a Napoli nel 1837 nel suo trattato “Cucina teorico-pratica”.
La cena ecumenica si svolgerà nel massimo rispetto delle norme anti-COVID19, attualmente in essere.