Caivano – Antonio Palmiero dopo 25 anni riattiva il contatto con gli ex seminaristi
Antonio Palmiero dopo 25 anni ha avvertito l’impellente desiderio di riattivare il contatto con i suoi compagni degli anni 1993-1996, ex alunni passionisti della Congregazione della Passione dell’ex Provincia dell’Addolorata – DOL – del Basso Lazio-Campania e Vicariato in Brasile, e l’ha riattivato inviando loro una lettera per il tramite di Antonio Romano, Presidente dell’Associazione ex alunni passionisti –ASEAP- che l’ha socializzata sul bollettino associativo n. 5, settembre-ottobre 2020, “LE NOSTRE RADICI”.
Nella lettera Antonio Palmiero descrive, in modo sintetico e puntuale, il suo tragitto con la comunità passionista che ebbe inizio nel 1992 a Pascarola, frazione del Comune di Caivano (NA), in occasione delle “Quarantore” (pratica devozionale consistente nell’adorazione, per quaranta ore continue, del Santissimo Sacramento), circostanza che lo fece incontrare con Padre Giovanni Cipriani, passionista, che era accompagnato da Antonio Romano (padre del bambino , Nicola, miracolato il 15 maggio 1982 per intercessione del giovane passionista Grimoaldo Santamaria, 02.05.1883-18.11.1902, e beatificato il 29 gennaio 1995). In tale incontro venne colpito dalla disponibilità e familiarità di P. Giovanni e in quei periodi si svolgevano periodici ritiri nei weekend alla Badia di Ceccano (FR) e ai quali prese parte, spinto anche dal desiderio di conoscere meglio e più in profondità l’azione e il pensiero del fondatore della Congregazione dei Passionisti, San Paolo della Croce e a seguito di tale significativa esperienza, in accordo con i suoi genitori e il suo parroco, Don Vincenzo Marino, il 3 ottobre 1993 entrò nel seminario di Paliano (FR) per iniziare l’alunnato passionista. Nella lettera/documento rievoca, con piacere, i primi mesi seminariali alquanto difficili per il distacco dalla famiglia e per le nuove regole comunitarie dove trovavano spazio “la preghiera, la condivisione e il sacrificio”.
Nel 1994 l’alunnato passionista venne spostato alla Badia di Ceccano (monastero fondato da San Paolo della Croce) dove trascorse due anni bellissimi e, a tal riguardo, scrive “Se Paliano era ideale per la <Contemplazione>, nel convento di Ceccano c’era aria di <Missione>” ed ebbe “l’onore ed il piacere, di partecipare alla preparazione e alla solenne cerimonia della Beatificazione dello studente passionista Grimoaldo Santamaria, giovane modello che ha vissuto la sua breve vita in pienezza evangelica”.
Nel 1996, conseguito il diploma all’Istituto Tecnico Industriale Statale di Ferentino (FR) decise, serenamente, dopo profonda riflessione, di far ritorno in famiglia ed in merito scrive “Ma non era una sconfitta per me, tornavo a casa ormai con una marcia in più: … Con un’esperienza di vita che mi aveva fatto crescere tantissimo”.
Antonio con il ritorno nella “sua” Pascarola riprese il suo impegno nella “sua” Parrocchia di San Giorgio Martire nell’Azione Cattolica, coordinando il settore giovanile prima e assumendo, poi, la presidenza parrocchiale e spendendo non poche energie nell’assolvere il mandato di consigliere diocesano e in tali compiti e funzioni la sua fede ne uscì ulteriormente rafforzata.
Dal 1996 sono trascorsi quasi venticinque anni ed ora Antonio si gode la sua meravigliosa famiglia: l’attenzione e l’amore della consorte Mina che lo ha reso felice genitore di due splendidi figli: Luigi di anni dieci e Chiara di quasi due e il gratificante lavoro quale responsabile del settore acquisti nell’azienda OCIMA, S.S. n. 87, Km. 16, Zona ASI, Caivano, che nasce nel 1990 per volontà del titolare sig. Raffaele Amico ed oggi vanta 30 anni di feconda attività ed opera nel campo dell’ideazione, progettazione e realizzazione di macchinari e sistemi dedicati all’automazione di processi industriali, annoverando tra i propri clienti aziende nazionali ed internazionali.
Antonio Palmiero conclude la sua lettera/documento ringraziando “La famiglia Passionista per avermi fatto sentire a casa e di avermi fatto sentire <Figlio>. Inutile fare i nomi, non basterebbero mille pagine; sono grato a tutti indistintamente, in special modo a tutti i miei compagni di avventura per aver condiviso con me tre bellissimi anni. (…) Vi porterò sempre nel cuore. Un abbraccio forte”.
In presenza di un tale documento i Padri Passionisti devono sentirsi, e penso che si sentiranno gratificati, non poco, per la proficua e meritoria azione che negli anni hanno svolto sull’alunnato passionista nonché per il piacevole e riconoscente ricordo che gli ex alunni hanno della loro esperienza seminariale. Non sono riusciti a portarli tutti all’ordinazione sacerdotale, cosa peraltro non difficile ma impossibile, ma, nel contempo, hanno formato buoni e sani cittadini ed esemplari mariti/genitori e non è cosa di poco conto.