Gregorio Iannaccone auspica, sollecita e rivendica “una scuola senza bavaglio”

Gregorio Iannaccone, laureato in Lettere all’Università degli Studi di Salerno, Dirigente scolastico per oltre un trentennio, 1981-2013, e per più di venti anni nella “sua” Forino (AV), nonché Presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici – A.N.DI.S. – dal 2002 al 2014 e membro del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, 1995-2013, e Presidente del Consiglio di Disciplina del predetto organismo, da sempre in “prima linea” nell’individuare, analizzare, proporre, risolvere e gestire tematiche e problematiche scolastiche inerenti l’organizzazione, le discipline, la didattica nonché il ruolo e la funzione dei Dirigenti scolastici alla luce della Legge n. 59/1997, istitutiva dell’Autonomia scolastica.
Il Dirigente scolastico Iannaccone, recentemente, in data 12 settembre 2020., sul blog dell’A.N.DI.S., vigilia dell’inizio delle attività didattico-educative per l’anno scolastico 2020/2021, ha scritto un interessante e pertinente articolo dal titolo “Si riparte ma la scuola non sarà mai la stessa” nel quale ha evidenziato “Che strana scuola questa che va rocambolescamente ad incominciare, ancora più strana di quella che a giugno si chiuse con le speranze rimaste vane di un ritorno al rassicurante antico… (…) “Riaprire è stata ampiamente e diffusamente declarata come priorità assoluta; sulle prospettive e sul senso vero del ricominciare ci sono assordanti silenzi o interrogativi lasciati in sospeso … Si apre, e quando? (…) Al di là della pandemia, basterà una pioggia annunciata di forte intensità, un vento autunnale, qualche fiocco di neve per provocare continue chiusure, che faranno diventare l’anno scolastico sempre più breve, sempre meno rispondente ai bisogni essenziali degli studenti. (…) La didattica è ancora prevalentemente compressa sull’insegnamento frontale, la cultura digitale è stata frettolosamente e in tanti casi estemporaneamente acquisita per l’emergenza incalzante e la generosa volontà della gente di scuola di darsi da fare, di fornire risposte ai bisogni nuovi e immediati, di essere utili alla società in tutte le circostanze, come sempre… Sono ancora tanti i ragazzi (forse due milioni) che non hanno saputo o potuto partecipare alle lezioni a distanza, riuscendo a collegarsi con i docenti. Una nuova forma di dispersione, che ha reso la scuola più lontana, irraggiungibile con nuove povertà educative… (…) Come da inveterata tradizione, i protagonisti veri della scuola, gli studenti, sono finiti ancora una volta in secondo piano, perché è sempre difficile centrare l’obiettivo che riconosce la centralità di chi apprende… (…) Le scuole non saranno più le stesse, invase da cartellonistica di ogni tipo… (…) E’ ancora tutta da definire una visione strategica inclusiva, perché l’Italia possa diventare paese delle eccellenze e non sempre paese del tirare a campare… (…) Questa può essere la grande occasione per ridare ossigeno e valorizzare l’autonomia scolastica e così ridurre e progressivamente eliminare l’esclusione dal circuito scolastico mediante la personalizzazione del percorso educativo di ogni alunno, per acquisire la capacità ad imparare non solo a scuola, ma per tutta la vita. (…) Perché un paese senza scuola non è più un paese… Si trascina, vivacchia, si illude… Senza la scuola non c’è la vita, non c’è il futuro…”.
Il Prof. Iannaccone, sempre attento alle problematiche del mondo della scuola, ha scritto nella giornata di domenica 18 ottobre 2020 un pregnante servizio dal titolo “Una scuola senza bavaglio” che è stato pubblicato sul “Corriere dell’Irpinia” e su “Il Quotidiano del Sud – Edizione Irpinia” e ha compiuto una lucida analisi sulla scuola e sulla sua gestione in questo particolare momento e ha scritto “E’ già quasi notte fonda e l’annuncio arriva: da domani tutte le scuole della Campania chiuderanno. Quasi un milione di cittadini, piccoli, ma cittadini, resteranno agli arresti domiciliari, o si spargeranno incontrollatamente nelle strade, o verranno affidati al primo congiunto, vicino, estraneo di buona volontà. (…) Non è il tempo di polemiche, nell’ora oscura che incombe, occorre rispetto, fiducia, senso civico, solidarietà. Occorre la scuola! (…) Rimandare l’apertura non è servito a niente, qualche sindaco l’ha pure rimandata ancora, ricorrendo alla solita, comoda scusa che se i problemi permangono è sempre colpa di qualche altro. I meriti no, quelli sono propri, le rare volte che ci sono. La scuola, e qui ci metto veramente tutti, collaboratori scolastici e impiegati compresi, ha saputo organizzarsi anche da sola, è stata capace come ad altre istituzioni non è successo, di far rispettare le regole, di utilizzare anche fantasiosamente tutto quello che aveva, per trovare soluzioni idonee, ragionevoli. E di organizzarsi diventando ambiente deputato all’innovazione didattica e digitale, senza mai rinunciare alla sua vocazione di luogo di cultura e cittadinanza, non solo di insegnamento e di apprendimento, per ricostruire la comunità, oggi più necessaria che mai in tempi di indisponibilità e di difficoltà. Chiude, interrompere le attività didattiche può provocare una sensazione di sollievo in prima istanza, ma per proteggere la scuola non si deve svuotarla, ma responsabilizzare il modo che è fuori e insegnare a tutti a prendere sul serio ogni regola. La scuola chiusa non è il buon esempio, si imbavaglia l’unica verità viva del nostro Paese”.
Grazie Prof. Iannaccone del suo prezioso e opportuno contributo che ha offerto, nell’attuale momento storico, alla “nostra” scuola con i suoi mirati e propositivi recenti scritti nei quali, leggendoli nella loro interezza, emerge, con tutta evidenza, il suo profondo disappunto e la sua forte amarezza per come oggi, e purtroppo non da oggi, viene “concepita” e “utilizzata” l’Istituzione SCUOLA, vera e autentica agenzia educativa e formativa deputata alla formazione dell’uomo-cittadino.

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