La commemorazione dei defunti al tempo del Covid-19
La commemorazione dei defunti (nella lingua latina “commemoratio omnium fidelium defunctorum – commemorazione di tutti i fedeli defunti) è una ricorrenza della Chiesa cattolica che in Italia e in tanti altri Paesi si celebra il 2 novembre ed è un rito antichissimo, risalente al secolo IX d. C., anno 998, ed è legato all’abate benedettino Sant’Odilone di Cluny che stabilì che le campane dell’abbazia fossero fatte suonare con “i rintocchi funebri dopo i vespri del 1° novembre”, per celebrare i defunti. Antonio Sanfresco sulla rivista “Famiglia Cristiana”, a tal proposito, ha scritto che da allora quel giorno rappresenta per tutti una sosta nella vita per ricordare con una certa nostalgia il passato, vissuto con i nostri cari che il tempo e la morte hanno potato via, il bene che coloro che ci hanno preceduti sulla terra hanno lasciato all’umanità e il loro contributo all’aumento della fede, della speranza, della carità e della grazia della Chiesa.
Le celebrazioni commemorative per l’anno 2020, per disposizioni delle competenti autorità, sono state molto limitate ed in alcuni casi, addirittura, sono state vietate con la chiusura delle strutture cimiteriali, al solo fine di scongiurare assembramenti che avessero potuto favorire il contagio e la conseguente diffusione del Covid-19.
In tutti gli Stati dove si celebra la commemorazione dei defunti, 2 novembre, la pandemia, dunque, ha avuto un ruolo predominante. In Terra Santa, patria ed origine del Cristianesimo, le celebrazioni commemorative sono state molto “stringate”. Secondo quanto ha riferito la Custodia di Terra Santa – riportato dall’agenzia d’informazione SIR – solo un piccolo gruppo di padri francescani ha compiuto la tradizionale breve processione verso i tre cimiteri del Monte Sion. In ognuno di questi si è tenuto un momento di preghiera seguito dalla benedizione delle tombe. Non sono mancati riferimenti fatti da Padre Sabarra alla pandemia “Tramite la paura, sta entrando la riscoperta del senso pieno della vita, che apre alla speranza. Non è facile, specialmente per quelle famiglie che hanno perso componenti a causa del coronavirus”.
Nel visitare i cimiteri locali è consuetudine che nel giorno tradizionalmente dedicato al ricordo dei defunti, che nel calendario liturgico segue di un giorno la festività di Ognissanti del 1° novembre (il colore liturgico di questa commemorazione è il viola, colore della penitenza, dell’attesa e del dolore), deporre sulle tombe dei propri cari fiori e ceri ed elevare per loro preghiere di suffragio. Stefano Discepoli, su TVIWEB-Vicenza, ha proposto per la ricorrenza del 2 novembre 2020 alcune riflessioni che si socializzano ed ha affermato che nel clima di rimozione sociale della morte è deflagrato il Covid-19, che ha riproposto il tema della nostra fragilità di esseri umani nei confronti dell’esperienza della malattia, e della morte come fatto concreto, presente, quotidiano, mettendo così in evidenza la nostra profonda impreparazione ad affrontare quello che per le generazioni passate era la norma, la precarietà della condizione umana. Ma come corollari la pandemia ha rimesso al centro delle nostre vite l’importanza dei legami umani, del faccia a faccia, dello stare insieme. Ha riproposto il tema della fragilità della vecchiaia, ribadendo che la vita di un anziano è preziosa tanto quella di un giovane, almeno fino ad ora e l’emergenza sanitaria ci dovrebbe costringere a capire che la nostra responsabilità individuale è fondamentale per la tutela della salute collettiva.
Il fenomeno pandemico attualmente, purtroppo, è in forte evoluzione in tutto il Paese, e non è da meno negli altri Stati e, pertanto, l’orizzonte è ancora, purtroppo, abbastanza nuvoloso se non, addirittura, cupo, ma si vuole sperare che quanto prima si possa ritornare a fare “visita” in modo “regolare” ai nostri familiari, amici e conoscenti defunti e che le Autorità preposte non siano costrette, in un prossimo futuro, all’adozione di provvedimenti tali da non consentire il ripristino della tradizionale e sentita celebrazione della commemorazione dei defunti. Se ciò dovesse accadere si preparano, davvero, tempi cupi e imprevedibili.